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Trattamento dell’artrosi del cane: ogni cosa al suo posto

Questo il significativo titolo della tavola rotonda sull’artrosi del cane che Innovet ha organizzato nell’ambito del prossimo 44° congresso nazionale SCIVAC e che si terrà nella sala blu della Fiera Milano congressi il 17 maggio 2002, alle 10.00.
Trattamento dell’artrosi del cane: ogni cosa al suo posto

Malgrado sia considerata una tra le malattie più antiche che affliggono l’uomo ed una delle più diffuse ed invalidanti artropatie che interessano il cane, l’artrosi è un “rebus” dal punto di vista terapeutico. Molta confusione esiste ancora intorno a modi e tempi con cui i diversi trattamenti – chirurgici e medico/conservativi – debbano essere tra loro combinati, in modo da agire efficacemente sulle cause, intervenire sui meccanismi e ridurre i sintomi, dolore in particolare. Da questo presupposto, nasce l’idea di Innovet di organizzare una tavola rotonda, con lo scopo, appunto, di “…fare chiarezza nella terapia di questa malattia ortopedica del cane e, per quanto possibile, tentare di fugare dubbi, confusioni… e fraintendimenti di base sull’utilizzo combinato dei presidi oggi disponibili”. Un chairman d’eccezione – Carlo Maria Mortellaro, Ordinario di Clinica Chirurgica all’Università di Milano e Presidente del Comitato Scientifico IOVA (Innovet Osteoarthritis Veterinary Association) – coordina un avvincente “botta e risposta” tra tre famosi esperti del settore, ognuno dei quali chiamato a valutare, secondo l’ottica delle proprie specifiche competenze, il razionale di “approccio combinato” all’artrosi. A David Bennett (Università di Glasgow) il compito di delineare il management medico, farmacologico e non, dell’artrosi e di individuarne i protocolli di combinazione in rapporto al quadro clinico. Don Hulse (Texas A&M University) si concentra sulle linee essenziali della chirurgia – sia preventiva che curativa – dell’artrosi, non trascurando, altresì, le misure mediche post-operatorie. Infine, Paola Badino (Università di Torino) illustra i meccanismi e le sinergie d’azione delle principali molecole impiegate nella terapia farmacologia, sintomatica (FANS) e “di fondo” (condroprotettori, antiossidanti), dell’artrosi.” L’opinione degli esperti – riassume Mortellaro – è quella di considerare come chiave di volta nella cura dell’artrosi la “combinazione” di più interventi diversi tra loro, ognuno dei quali con un posto ben definito nell’ambito di un programma terapeutico adattato alle caratteristiche del paziente, al quadro clinico ed alla gravità della “sua” artrosi.”