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Artropatie: un nuovo marker

Con l'obiettivo di trovare gli indicatori metabolici più precoci di artrosi e di artrite, il gruppo di Biologia Molecolare della "Free University" di Berlino ha analizzato i livelli di una specifica proteasi - la stromelisina o MMP3 - nel sangue e nel liquido sinoviale di 103 cani affetti da diverse artropatie degenerative ed infiammatorie. Il risultato è davvero significativo: la stromelisina indica infiammazione, non degenerazione!
Artropatie: un nuovo marker

“La diagnosi precoce di artrosi costituisce da sempre un grave problema in Medicina sia umana che veterinaria, dal momento che solitamente ci si basa su criteri clinici e radiografici, capaci, però, di evidenziare la malattia solo in fase tardiva.” Si basa su questa premessa lo studio di un gruppo di ricercatori della “Free University” di Berlino che ha rilevato i livelli di quattro markers biochimici (epitopo 5D4 del cheratan solfato, epitopo 3B3 del condroitin solfato, stromelisina o MMP-3 e corrispondente inibitore TIMP-1) nel siero e nel liquido sinoviale di 103 cani, di cui 7 affetti da poliartrite infettiva ed i restanti 96 con diagnosi di artrosi secondaria a: rottura del legamento crociato anteriore (ACLR), frammentazione del processo coronoideo (FCP), osteocondrite dissecante (OCD), lussazione della rotula (PL) e displasia dell’anca (HD).
Dal confronto con 26 soggetti di controllo non affetti da patologie muscolo-scheletriche, è emerso un risultato assolutamente inaspettato: il liquido sinoviale dei soggetti con artrite infiammatoria contiene una quantità di stromelisina [NdR: proteasi ad attività litica] 27 volte maggiore rispetto a quella del liquido sinoviale prelevato dalle articolazioni artrosiche.
“Si tratta – scrivono i ricercatori nell’articolo pubblicato su Osteoarthritis & Cartilage, rivista ufficiale dell’OARSI (Osteoarthritis Research Society International) – della prima indagine che ha permesso di caratterizzare i livelli di stromelisina e del suo naturale inibitore – il TIMP (tissue inhibitor of metalloprotease) – nell’artrosi non sperimentale del cane e nelle artropatie di natura infettiva.” “Si concretizza l’ipotesi – continuano i ricercatori – che questa proteasi possa rappresentare un marker attendibile di flogosi locale e che, pertanto, la degenerazione della matrice cartilaginea sia mediata da altre proteasi di recente identificazione, come, ad esempio, le aggrecanasi.” Insomma, pare proprio che il confine tra degenerazione ed infiammazione diventi, almeno a livello articolare, sempre più labile.
Hegemann N, Kohn B, Brunnberg L, Schmidt MF, 2002, Biomarkers of joint tissue metabolism in canine osteoarthritic and arthritic joint disorders, Osteoarthritis & Cartilage, 10: 714-721