Facebook Linkedin Instagram
A member of the Swedencare family
Swedencare

Fosfatidilserina all’ESVCE

Durante il nono meeting annuale dell’ESVCE (European Society of Veterinary Clinical Ethology), tenutosi il 19 settembre 2003 a Salisburgo, il farmacologo Giovanni Re ha richiamato l’attenzione dei presenti sulla farmacodinamica della fosfatidilserina (PS), una molecola recentemente introdotta per la prevenzione e la cura dell’invecchiamento cerebrale patologico del cane e del gatto e dei disturbi cognitivi, comportamentali ed emozionali ad esso correlati.
Fosfatidilserina all’ESVCE

“Fosfatidilserina per l’invecchiamento cerebrale di cani e gatti: uno sguardo alla farmacologia”. Questo il titolo della brillante relazione che il noto farmacologo della Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino, diplomato all’ECVPT (European College of Veterinary Pharmacology and Toxicology), ha presentato a Salisburgo ad un selezionato pubblico di specialisti di comportamento animale. “Siamo di fronte – ha esordito il relatore – ad un problema specifico: l’invecchiamento cerebrale e le alterazioni neurodegenerative che lo caratterizzano e da cui possono derivare pesanti disturbi comportamentali.” Che fare, allora? “La strada – ha proseguito Re – è quella di orientarsi su molecole specifiche, dalle cui funzioni spiccatamente neuroprotettive possano derivare benefici tangibili sia per la qualità di vita del “senior pet”, sia in termini di miglioramento clinico dei sintomi correlati ad un decadimento cerebrale patologico…Tra queste, la PS è sicuramente quella dotata di maggiori potenzialità, proprio grazie alle straordinarie caratteristiche farmacologiche di questo fosfolipide naturale di membrana, che gli hanno valso l’appellativo di “nutriente cerebrale”. Re ha, dunque, dettagliatamente spiegato i capisaldi della farmacodinamica della PS: dalla vitale funzione di controllo sulla fluidità delle membrane neuronali, alle potenti azioni di riequilibrio sui complessi network di neurotrasmettitori cerebrali. Il farmacologo è, poi, passato ad illustrare il capitolo della “farmacocinetica” della PS discutendone il rapido assorbimento, la distribuzione preferenziale in determinate aree cerebrali (es. ipotalamo, ippocampo), la mancanza di tossicità, acuta e cronica, e, dunque, la sicurezza d’impiego. “25 anni di studi nell’uomo – ha affermato nelle conclusioni il relatore – hanno dimostrato che le molteplici azioni neuroprotettive della PS si traducono in importanti effetti clinici sulle disfunzioni cognitive correlate all’invecchiamento. È tempo di considerarne l’utilizzo anche nel settore veterinario, come promettente opzione nutraceutica nella prevenzione e terapia dell’invecchiamento cerebrale patologico di cani e gatti anziani.”