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Quercetina: attiva anche in vivo

Tra gli svariati flavonoidi contenuti in frutta e verdura, la quercetina è quella che, anche dopo assorbimento e successivo metabolismo, mantiene, più di tutti, invariato il proprio potenziale antiossidante. A dimostrarlo è Robert Prior, ricercatore dell’”Arkansas Chindren’s Nutrition Center” di Little Rock (Arkansas), dalle pagine della rivista “The American Journal of Clinical Nutrition”.
Quercetina: attiva anche in vivo

È sul supplemento di settembre 2003 di questa rivista che compare un’interessante metanalisi che dimostra come l’efficacia antiossidante della quercetina rimanga pressoché inalterata, anche dopo assorbimento e successivo metabolismo da parte della microflora intestinale. “La mole di studi – spiega Prior nell’introduzione della review – a sostegno della capacità dei flavonoidi di contrastare “in vitro” gli effetti deleteri dei radicali liberi è decisamente consistente. Gli unici dubbi riguardano, piuttosto, il fatto che l’assorbimento/metabolismo di tali sostanze possa inficiare la loro validità antiossidante “in vivo”, vuoi per drastica diminuzione di concentrazione, vuoi per conversione in altre molecole, strutturalmente prive di tale attività.”
Ebbene, attraverso l’attenta analisi della letteratura finora pubblicata sia nell’uomo che nell’animale, Prior arriva ad affermare che “la quercetina viene assorbita in proporzione almeno dieci volte superiore rispetto a quella di altre classi di flavonoidi (es. antocianine)” e che “anche se trasformata a livello intestinale nei derivati coniugati, conserva l’attività antiossidante.”
Affermazioni molto significative, se si pensa che le perplessità maggiori circa il possibile impiego della quercetina nelle condizioni cliniche caratterizzate da stress ossidativo (es. artrosi) riguardano proprio l’entità del suo assorbimento ed il mantenimento della potenzialità antiossidante, anche dopo trasformazione metabolica.