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ROS: target per terapie anti-artrosi

I ROS - ovverossia le specie radicaliche reattive che ogni organismo produce fisiologicamente in piccole quantità in seguito all’utilizzo dell’ossigeno – funzionano da importanti coordinatori dell’omeostasi articolare. Ma, se prodotti in quantità eccessive, ad esempio in corso di artrosi, si trasformano in veri e propri “effettori di danno”, capaci di indurre morte dei condrociti, distruzione della matrice cartilaginea, infiammazione sinoviale.
ROS: target per terapie anti-artrosi

A spiegare questa doppia funzionalità dei ROS è il gruppo di ricercatori del “Bone and Cartilage Research Unit” di Liegi (Belgio) che, con una review pubblicata sul numero di ottobre 2003 di “Osteoarthritis and Cartilage”, traccia lo “stato dell’arte” di questo intrigante argomento.
“La risposta cellulare alla produzione di ROS – si legge nell’introduzione della review – dipende dallo stato dell’ambiente ossidativo. Se il livello di ossidanti prodotti non supera quello della capacità antiossidante delle cellule, i ROS si rivelano essenziali per il controllo di importanti funzioni, compresa la sintesi di citochine e fattori di crescita. Viceversa, quando, in alcune patologie articolari, il potere antiossidante delle cellule è assolutamente insufficiente a contrastare il potenziale tossico dei ROS, si instaura una condizione di stress ossidativo, implicata in danni multipli a carico di cellule e componenti extracellulari.”
È la classica situazione che si verifica nell’artrosi: la rottura, cioè, di quella sofisticata “bilancia ossidativa” endoarticolare, in seguito ad iperproduzione di ROS e conseguente inadeguatezza delle difese antiossidanti.
E i danni da “stress ossidativo”? Veramente imponenti quelli che descrivono gli autori della review: dall’apoptosi dei condrociti; alla compromissione della sintesi delle macromolecole di matrice; alla degradazione, diretta ed indiretta, della matrice cartilaginea.
Ma non è tutto. “I ROS – scrivono i ricercatori – giocano un ruolo chiave anche nell’infiammazione, non solo scatenando la tipica reazione sinoviale, ma anche inducendo quelle recrudescenze flogistiche che preannunciano una cronicizzazione dell’artrosi.”
“Oggi – si legge nelle conclusioni – i ROS non si considerano più soltanto prodotti cellulari tossici. Se generati a bassi livelli, vengono integrati nei sistemi distrettuali omeostatici… Se prodotti in grandi quantità, hanno effetti devastanti sui tessuti articolari.” Parole, dunque, che indicano chiaramente la via di approccio al problema “artrosi”: il riequilibrio dell’ambiente ossidativo e, attraverso questo, il controllo dei danni degenerativi ed infiammatori ad esso associati.