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Swedencare

Settimana dell’invecchiamento cerebrale: meno 7

A sette giorni dal primo incontro con cui, martedì 13 maggio 2003, prenderà il via la settimana dell’invecchiamento cerebrale nel cane e nel gatto – organizzata in diverse località italiane da SISCA (Società Italiana Scienze Comportamentali Applicate) e sponsorizzata da Innovet - conosciamo più da vicino i relatori che animeranno tre serate ed un’intera giornata, discutendo di problemi comportamentali, cognitivi ed emozionali di cani e gatti anziani.
Settimana dell’invecchiamento cerebrale: meno 7

Le probabilità di successo di un incontro di aggiornamento dipendono essenzialmente da due presupposti: la validità degli argomenti trattati e l’eccellenza dei relatori. Ebbene, entrambi questi presupposti si ritrovano nell’aggiornamento itinerante sull’”invecchiamento cerebrale del cane e del gatto”, programmato in varie località italiane dal 13 al 18 maggio 2003. L’argomento, innanzitutto. “Ci è sembrato – scrivono gli organizzatori nell’editoriale che accompagna gli Atti di questi incontri – che, tra tutti i disturbi comportamentali che possono affliggere il cane ed il gatto, dare la priorità a quelli tipici dell’età geriatrica rappresentasse un impegno a favore della vita. Non certo con il significato di concedere anni alla vita, quanto di dare vita agli anni.” Parole importanti, dunque, che trovano la loro “ragione pratica” nell’allungamento della vita media degli animali d’affezione, nella maggior sensibilità dei proprietari a far vivere ai loro animali un “invecchiamento di successo”, nell’impegno che ogni medico veterinario deve oggi spendere per prevenire e/o curare invecchiamenti “patologici” e disturbi ad esso correlati.I relatori, poi. A partire da Gary Landsberg – consulente per i problemi comportamentali degli animali da compagnia alla Doncaster Animal Clinic di Thornill (Ontario, Canada), nonché Presidente dell’ACVB (American College of Veterinary Behaviorists), a Giovanni Re – Professore di Tossicologia e Farmacologia Veterinaria alla Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino – a Maria Cristina Osella – comportamentalista ed attuale tesoriere dell’ESVCE (European Society of Veterinary Clinical Etology) – a Luciana Bergamasco – responsabile del Laboratorio di Neurofisiologia Strumentale del Dipartimento di Morfofisiologia Veterinaria dell’Università di Torino – ed, infine, a Paola Badino, responsabile dei laboratori di Farmacologia e Tossicologia Veterinaria del Dipartimento di Patologia Animale dell’Università di Torino. Valgono per tutti le parole di Gary Landsberg: “ Ormai è certo. Come l’uomo, anche l’animale di affezione va incontro ad un declino cognitivo, con condizioni che spaziano dall’”invecchiamento di successo”, al calo età-dipendente della memoria, fino al vero e proprio deterioramento cognitivo patologico. Oggi, abbiamo gli strumenti per contrastare situazioni che, un tempo, erano considerate ineluttabili. Dal saper costruire un rapporto corretto con il proprietario, al fine di rivolgergli domande precise ed oculate e poter identificare il più precocemente possibile i segni di un “disagio” cerebrale patologico; all’adozione di terapie di combinazione, basate, cioè, sull’utilizzo congiunto di approcci comportamentali, nutraceutici e farmacologici. Sono entusiasta di questo mio viaggio in Italia, sia perché non ho mai visto questo paese, ma soprattutto perché ho l’occasione di poter contribuire direttamente ad “educare” i medici veterinari italiani all’attenta gestione dell’invecchiamento cerebrale di cani e gatti.”