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Fitomedicine: un aiuto dalla Natura

Due nutrizionisti americani firmano il capitolo dedicato alla farmacologia delle fitomedicine, all’interno del numero di gennaio 2004 di “Veterinary Clinics of North America: Small Animal Practice”. Una lunga ed esauriente spiegazione delle attività e dei meccanismi d’azione dei più svariati estratti di origine vegetale, oggi ampiamente utilizzati in Medicina Veterinaria, oltre che umana. Tra questi, un occhio di riguardo viene riservato ai flavonoidi ed al loro straordinario spettro di azioni biologiche.
Fitomedicine: un aiuto dalla Natura

Susan Wynn e Nicholas Larkins sono studiosi ben noti nel campo della fitomedicina, quella branca della medicina ufficiale che studia proprietà ed effetti degli estratti di piante medicinali (le fitomedicine appunto) e che dà precise indicazioni sul loro più appropriato utilizzo terapeutico. “Fin dagli albori della civiltà – scrivono gli Autori – uomini ed animali hanno dovuto distinguere tra piante benefiche e non, imparando a trarre dalle prime una miriade di sostanze in grado di potenziare le difese dell’organismo, nonché prevenire svariate situazioni patologiche: dal cancro, alle malattie cardiovascolari, all’osteoporosi…La nostra review si concentra sulla farnacognosia delle principali fitomedicine, vale a dire ne descrive le caratteristiche fisico-chimiche e gli effetti biologici…Tra queste fitomedicine, un posto di rilievo spetta sicuramente ai flavonoidi, termine che raggruppa più di 4000 composti di origine vegetale, dotati di uno spettro veramente unico di attività biochimiche e farmacologiche: antinfiammatoria, antimicrobica, epatoprotettiva, antivirale, antiossidante, etc…”.
L’attenzione dei farmacologici si sofferma, in particolare, sul flavonoide quercetina, per il quale è stata dimostrata “…la capacità di intervenire nei meccanismi avviati da citochine, ormoni, fattori di crescita…”, in pratica nel cuore pulsante della vita cellulare. Un accenno anche all’efficacia di questa molecola nel riequilibrio dell’ambiente ossidativo dei tessuti, nonché nel controllo degli stati infiammatori, visti i molteplici meccanismi ascritti, dall’inibizione di enzimi e citochine pro-infiammatorie al blocco della degranulazione di cellule direttamente coinvolte nella flogosi.
“Da quando il Nobel Szent-Gyorgyi – concludono gli Autori – scoprì la vitamina C nell’estratto di Capsicum, la lista delle fitomedicine che hanno effetti benefici si è allungata a dismisura. E questo anche osservando gli animali che sanno scegliere, tra le piante, quelle che possono preservare la loro salute o guarire le loro malattie.”