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Giornata mondiale dell’artrosi

Questa data apre la cosiddetta “BJD Action Week”: la settimana compresa tra il 12 ed il 20 ottobre, organizzata dal NAN (National Action Network) del progetto mondiale BJD 2000-2010, la "decade dell'osso e dell'articolazione". Lo scopo? Aumentare il livello di attenzione mondiale su malattie muscoloscheletriche, altamente invalidanti non solo dal punto di vista sanitario, ma anche sociale ed economico, come l’artrosi, l’osteoporosi, le malattie della colonna vertebrale, i traumi articolari.
Giornata mondiale dell’artrosi

È dall’anno 2000 che questa iniziativa si ripete: una settimana interamente dedicata ad iniziative scientifiche e divulgative, tese a migliorare il livello di conoscenza ed informazione sulle più diffuse malattie muscoloscheletriche.L’artrosi, innanzitutto. “Si calcola – ha più volte ribadito Marco Cimmino, reumatologo dell’Università di Genova, nonché attuale segretario del NAN italiano – che ci siano attualmente 5 milioni di casi di artrosi sintomatica in Italia, destinati, visto l’aumento considerevole dell’aspettativa di vita, a salire almeno ad 8 milioni tra 15 anni.”Un vero e proprio problema sociale, dunque, che impone una sensibilizzazione “a tappeto” di medici, politici, cittadini, istituzioni, industria ed università nei confronti di tale malattia. Il NAN stimola, dunque, tutte le organizzazioni aderenti al BJD a pianificare tali attività di aggiornamento e sensibilizzazione. A partire dal 12 ottobre, con il “World Arthritis Day”, per proseguire il 16 ottobre con la giornata dedicata alle malattie della colonna vertebrale (“World Spine Day”), il 17 ottobre con quella dedicata ai traumi articolari (“World Trauma Day”) ed, infine, il 20 ottobre con la giornata dedicata all’osteoporosi (“World Osteoporosis Day”).
Il “World Arthritis Day” – affermano gli organizzatori dell’iniziativa – è davvero un’ottima occasione per ribadire che il problema “artrosi” supera i ristretti confini di una nazione. Lo si potrebbe, in altre parole, considerare una vera e propria epidemia, nei confronti della quale mettere in atto tutte le misure per controllarne efficacemente la diffusione. Prima tra tutte, quella di smettere di pensare che tale invalidante artropatia sia unicamente legata all’età e, per ciò stesso, ineluttabile.” C’è da augurarsi che iniziative di questo genere possano a breve coinvolgere il settore veterinario, visto il forte impatto epidemiologico e la complessa gestione clinico-terapeutica che, anche nel cane e nel gatto, caratterizzano malattie come l’artrosi.