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Condroitin solfato e glucosamina: stato dell’arte nell’artrosi

Il “reference point” del fascicolo di aprile 2005 del JAVMA (Journal of the American Veterinary Medical Association) ospita una peer-review sui due nutraceutici ad attività condroprotettiva più utilizzati nell’artrosi del cane e del gatto: condroitin solfato (CS) e glucosamina. A firmarla un gruppo di clinici del Dipartimento di Scienze Animali della Michigan State University, che traccia un profilo davvero esaustivo di queste due sostanze: dal meccanismo d’azione, alla farmacocinetica, all’efficacia clinica, alla sicurezza d’utilizzo.
Condroitin solfato e glucosamina: stato dell’arte nell’artrosi

“Con questo articolo di review vogliamo fornire al medico veterinario le informazioni più complete ed aggiornate su queste due sostanze, entrate a pieno titolo nel panel di interventi, utili a prevenire e/o curare l’artrosi del cane e del gatto.” Così esordisce l’interessante articolo di Kirsten Neil, John Caron e Michael Orth della Michigan State University su CS e glucosamina.
Dopo sintetici, ma esaustivi richiami di fisiopatologia dell’artrosi – con particolare riferimento ai meccanismi biochimici e molecolari responsabili della condrodegenerazione (“tutti i tessuti sono danneggiati in corso di artrosi, ma la caratteristica peculiare resta la progressiva degenerazione della cartilagine”) – gli Autori si concentrano sulla farmacocinetica dei due condroprotettori.
La glucosamina. “Dopo somministrazione orale – scrivono – circa il 90% della glucosamina viene assorbita, si distribuisce rapidamente nei tessuti e dimostra un peculiare tropismo per la cartilagine articolare…”
Farmacocinetica pressoché analoga per il CS, di cui, però, bisogna attentamente valutare il peso molecolare, dato che:”…esso influenza direttamente l’assorbimento della molecola somministrata per via orale…e la maggior permeabilità gastrointestinale è appannaggio solo delle frazioni a basso peso molecolare.” Per il CS, vale anche l’”effetto accumulo”: “Dopo somministrazioni multiple, il CS va incontro ad un evidente accumulo plasmatico, con un significativo incremento della biodisponibilità che ne giustifica l’efficacia anche dopo sospensione del trattamento o per somministrazioni intermittenti.”
“Entrambe le sostanze – continuano gli Autori dell’articolo – godono di un ottimo profilo di sicurezza, tant’è che la loro popolarità come alternativa ai FANS nell’artrosi è cresciuta nel tempo, anche per la scarsità di effetti collaterali che presentano, ivi compreso l’utilizzo a lungo termine.” A patto, comunque, di valutarne attentamente fonte di provenienza e purezza.
“I nutraceutici – si legge – non sono soggetti a rigide regolamentazioni ed è per questo che i prodotti disponibili in commercio godono di un’estrema variabilità di purezza, qualità e reale contenuto in principi attivi…” Un richiamo, dunque, esplicito alla serietà ed affidabilità del produttore, unica garanzia per trarre la massima efficacia, peraltro già comprovata in studi in vitro e in vivo, dall’utilizzo di CS e glucosamina.
Per concludere: “I promettenti risultati ottenuti sia in Medicina umana che veterinaria – scrivono gli Autori – ci autorizzano ad includere i nutraceutici CS e glucosamina tra i capisaldi dei programmi di prevenzione e terapia per l’artrosi, in particolar modo delle forme lievi/moderate.”
Articolo disponibile su richiesta a cedis@innovet.it