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FORL: nuova tecnica diagnostica

Le FORL –ovverossia le lesioni da riassorbimento odontoclastico (Feline Odontoclastic Resorptive Lesions) che assai frequentemente interessano il gatto – sono solitamente diagnosticate sulla base dell’ispezione visiva e tattile del cavo orale e dell’indagine radiografica completa della bocca. Cecilia Gorrel e coll. propongono ora un rapido metodo di screening di queste lesioni, basato soltanto su due proiezioni radiografiche. I vantaggi? Anestesia ridotta e minor esposizione alle radiazioni per l’animale; costi molto più contenuti per il proprietario.
FORL: nuova tecnica diagnostica

“Le FORL rappresentano una delle più frequenti diagnosi odontostomatologiche nel gatto, soprattutto con l’avanzare dell’età…La loro diagnosi richiede un’accurata ispezione visiva e tattile del cavo orale, combinata ad un esame radiografico completo della bocca: vale a dire da 8 a 10 proiezioni in serie, durante le quali l’animale deve rimanere totalmente anestetizzato per un periodo che varia dai 15 ai 30 minuti.” Sono questi i presupposti che Cecilia Gorrel e coll. delineano nell’articolo pubblicato sul numero di dicembre 2004 di Journal of Small Animal Practice e che li hanno indotti a ricercare una tecnica in grado di stabilire l’assenza o la presenza di FORL in modo assai più rapido e meno dispendioso.
“I denti più comunemente affetti dalle FORL – scrive la nota specialista in Odontostomatologia – sono i terzi premolari mandibolari, per cui si può ragionevolmente supporre che l’analisi radiografica soltanto di questi due denti costituisca un indicatore attendibile dello stato completo delle FORL, vale a dire della loro presenza o assenza nel cavo orale del gatto.”
E la conferma è arrivata dall’analisi di 423 gatti clinicamente sani sottoposti sia ad analisi radiografica completa del cavo orale (“full mouth radiographs” con 8 proiezioni in serie mirate a valutare le FORL in ogni dente), sia a valutazione mirata di due soli elementi dentari, con proiezione mandibolare premolare e molare, destra e sinistra.
Dal confronto tra i due metodi, è risultato che la tecnica radiografica modificata era in grado di rilevare lo status completo delle FORL nel 93.4% dei soggetti valutati. Così scrivono gli Autori nelle conclusioni dell’articolo: “Ci sentiamo di consigliare l’introduzione di tale metodica nella pratica ambulatoriale veterinaria. Si tratta, infatti, di una tecnica facile da imparare e che non richiede alcuna particolare attrezzatura, se non la normale apparecchiatura radiografica…Senza contare i grandi vantaggi per l’animale stesso, come la minor esposizione alle radiazioni e l’accorciamento dei tempi di anestesia…E, non ultimo, i costi assolutamente più contenuti per il cliente/proprietario.”

Articolo disponibile su richiesta a cedis@innovet.it