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Un modello di dermatite atopica canina

“Veterinary Dermatology” sancisce definitivamente la validità di un modello sperimentale di dermatite atopica nel cane, messo a punto dal Dipartimento di Scienze Cliniche Veterinarie dell’Università della Florida. Si tratta di cani ipersensibilizzati per via epicutanea all’acaro della polvere (nella foto, house dust mite, HDM) e capaci di sviluppare lesioni dermatologiche perfettamente sovrapponibili, da un punto di vista sia clinico che istopatologico ed immunologico, a quelle che contraddistinguono la dermatite atopica che si sviluppa naturalmente nel cane.
Un modello di dermatite atopica canina

Si deve a Rosanna Marsella & coll. lo sviluppo del primo modello sperimentale, scientificamente riconosciuto e definitivamente validato, di dermatite atopica canina. Un modello che parte dall’esposizione di sei cani Beagle ipersensibili (vale a dire producenti alti livelli di IgE, gli anticorpi tipici delle allergie) all’acaro della polvere (HDM), e dalla successiva valutazione della comparsa di lesioni cutanee tipiche della dermatite atopica.
“Per le lesioni – scrive il gruppo della Marsella – ci siamo avvalsi di una scala – la CADESI (Canine Atopic Dermatitis Extent and Severity Index) – che includeva segni clinici classici di atopia: dall’eritema alla presenza di lesioni cutanee primarie come macule, papule ed escoriazioni, all’alopecia, alla lichenificazione ed, infine, al prurito…Su tutti i cani abbiamo eseguito anche accurate indagini istopatologiche ed immunoistochimiche.”
I risultati. “Tutti i cani – si legge nell’articolo di febbraio 2006 di “Veterinary Dermatology” – sviluppavano prurito e lesioni cutanee primarie, con un pattern clinico e distributivo in tutto e per tutto sovrapponibile a quello che l’animale sviluppa nella malattia “naturale”, anche se con quadri di gravità superiore, generalmente correlati alla dose ed al tempo di esposizione all’HDM…Da un punto di vista istopatologico, oltre all’accumulo di eosinofili e di cellule di Langerhans, si notava la tipica presenza di mastociti dermici superficialmente infarciti di IgE.”
“Il nostro studio – spiegano nelle conclusioni i ricercatori della Florida – ha portato all’identificazione di una colonia di cani che oggi è stata definitivamente validata come modello sperimentale di dermatite atopica canina…In quanto tale, ha un’utilità immensa non solo per studiare i raffinati meccanismi patogenetici che scatenano la dermatite atopica nel cane, ma anche per indagare l’efficacia di nuove e sempre più promettenti opzioni terapeutiche.”
E di questo ne abbiamo già avuto prova tangibile, con la recente dimostrazione che l’aliamide Palmidrol, somministrata per os a questi cani, è in grado di ritardare la comparsa dei segni clinici di dermatite atopica.