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La versatilità del mastocita

Arriva dalla Stanford University una nuova review sulle mille facce funzionali del mastocita: cellula chiave nelle risposte immuno-infiammatorie e difensive, ma anche elemento essenziale nei processi di riparazione e rimodellamento.
La versatilità del mastocita

Sono più di 140 anni che si studia il mastocita. E dall’anno della sua scoperta (1863) fino ai giorni nostri è stato un incessante afflusso di dati scientifici che hanno progressivamente contribuito a dilatarne il ruolo: da cellula “ristretta” al campo dell’ipersensibilità immediata, ad elemento portante delle risposte immuno-infiammatorie e difensive dell’organismo.
La review più recente su questa straordinaria versatilità funzionale del mastocita è quella del patologo Stephen Galli, attualmente in press su “Journal of Dermatological Science”.
Dopo un’introduzione dedicata alla biologia del mastocita – in particolare, alla sua peculiare capacità di degranulare una miriade di mediatori, una volta attivato da un altrettanto variegato ventaglio di stimoli agonisti – Galli si concentra sul ruolo di questa cellula in tre processi fondamentali: la riparazione ed il rimodellamento tissutale, le reazioni immuno-infiammatorie e le risposte difensive.
In tutti e tre questi processi, il mastocita si rivela un elemento chiave, capace, cioè, di calibrare la propria funzionalità degranulatoria in risposta alle esigenze di salvaguardia o recupero dell’omeostasi. Galli usa per il mastocita l’appellativo di “modulatore versatile”, ad indicare l’adattabilità funzionale di questa cellula che – grazie a mediatori direttamente rilasciati in seguito ad attivazione e alla capacità di influenzare altri elementi cellulari coinvolti nell’infiammazione, nell’immunità o nel rimodellamento tissutale – è sicuramente il target preferenziale da controllare in molte condizioni patologiche su base immuno-infiammatoria.