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Dolore vescicale e mastociti

Un metodo immunoistochimico quantifica i mastociti della vescica e li correla al quadro clinico di pazienti affetti da sintomi urinari e dolore pelvico da cistite interstiziale (IC).
Dolore vescicale e mastociti

Che i mastociti, e la degranulazione dei loro mediatori, siano direttamente coinvolti nella genesi del dolore e dei sintomi legati all’infiammazione delle basse vie urinarie, è un’affermazione supportata da una mole ormai notevole di letteratura scientifica, in medicina sia umana che veterinaria. Meno suffragata da inoppugnabili dati di ricerca è, invece, la correlazione tra variazioni quantitative della popolazione mastocitaria vescicale e gravità del quadro clinico in atto.
Nuovi dati in questo campo giungono ora da un gruppo di urologi danesi, che pubblicano su “British Journal of Urology International” i risultati delle loro ricerche condotte su biopsie di muscolo detrusore della vescica, provenienti da 61 pazienti affetti da “sindrome del dolore vescicale”, anche nota come cistite interstiziale.
I ricercatori hanno, infatti, messo a punto una metodica immunoistochimica specifica per la triptasi che, come è noto, è un mediatore contenuto pressochè esclusivamente nei mastociti e, in quanto tale, indicatore attendibile della presenza di queste cellule a livello tissutale.
In sintesi, l’immunoistochimica anti-triptasi, condotta su sezioni fini (3 micrometri) di biopsie vescicali, ha permesso di evidenziare un quadro indicativo di proliferazione mastocitaria (mastocitosi), con la presenza di un numero di cellule maggiore di 28 mastociti/mmq. I ricercatori riuscivano, inoltre, a dimostrare la correlazione tra mastocitosi e gravità sia del dolore pelvico che dei sintomi (es. nicturia, pollachiuria) manifestati dai pazienti con IC.
Il lavoro è una conferma del ruolo centrale svolto dal mastocita nella genesi di infiammazione e dolore a carico della vescica e, più in generale, dei visceri della pelvi. Un mastocita, quello vescicale, che, oltre a degranulare uno straordinario armamentario di molecole a valenza infiammatoria e nocicettiva, sappiamo adesso che aumenta anche di numero. E, così facendo, ancor di più alimenta quell’enorme potenziale di danno biologico che gli compete e che è mandatorio controllare, al fine di agire con successo su flogosi e dolore a localizzazione pelvica.