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Il resveratrolo protegge gli astrociti

Nuove evidenze dimostrano che il resveratrolo protegge gli astrociti del cervello dallo stress ossidativo ed avvalorano l’impiego di questo polifenolo naturale per contrastare la neurodegenerazione e le patologie ad essa correlate. Ne parla “Neurochemical Research”.
Il resveratrolo protegge gli astrociti

Un gruppo di biochimici brasiliani dimostra l’efficacia neuroprotettiva del resveratrolo nei confronti degli astrociti: i principali componenti della glia del cervello, che non solo hanno un ruolo attivo nella regolazione dell’attività sinaptica, ma fungono anche da serbatoio energetico e da protezione antiossidante per le cellule neuronali.
Da esperimenti condotti su colture di astrociti pre-trattati con il polifenolo naturale e successivamente sottoposti ad insulto ossidativo (acqua ossigenata), i ricercatori hanno dimostrato come il resveratrolo sia in grado di: a) diminuire la produzione di specie reattive dell’ossigeno (ROS) da parte degli astrociti esposti allo stress ossidativo; b) incrementare i livelli di glutatione, il principale antiossidante prodotto dalle cellule gliali; c) stimolare la sintesi di proteine astrogliali, considerate essenziali per la sopravvivenza e la protezione dei neuroni.
I dati sperimentali confermano, dunque, l’efficacia neuroprotettiva di questo polifenolo che la Natura ci mette a disposizione. Capace com’è di contrastare più meccanismi di neurodegenerazione: dal controllo della deposizione di proteina beta-amiloide; alla modulazione dei segnali intracellulari attraverso cui transita l’infiammazione e la neurodegenerazione a livello cerebrale; alla potente attività antiossidante che, ora si sa, ha come bersaglio le cellule sia neuronali che gliali.
Da un punto di vista applicativo, questi ultimi dati sperimentali vanno a confermare la bontà d’uso del resveratrolo, per prevenire e/o contrastare quelle molteplici alterazioni neurodegenerative che, sia nell’uomo che nell’animale da compagnia, compaiono con l’invecchiamento e che sono causa di pesanti deficit mnemonici, cognitivi e comportamentali.