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PEA nell’infiammazione cronica

La Palmitoiletanolamide (PEA), capostipite delle aliamidi, è tra le molecole più promettenti per controllare l’infiammazione cronica. Lo spiega una review su “Journal of Neuroendocrinology”.
PEA nell’infiammazione cronica

È firmato da ricercatori del Dipartimento di Farmacologia Sperimentale dell’Università di Napoli il lavoro di review sul ruolo emergente di composti ad attività cannabimimetica, Palmitoiletanolamide (PEA) in primis, nel controllo dell’infiammazione cronica.
Il presupposto iniziale da cui partono i ricercatori è che i mastociti abbiano un ruolo centrale nei meccanismi di innesco, amplificazione e cronicizzazione dell’infiammazione.
Grazie all’ubiquitarietà nei tessuti di confine, alla strategica localizzazione tra vasi e nervi e alla capacità di essere attivati da un composito ventaglio di stimoli, queste cellule si comportano, infatti, da veri e propri guardiani dell’omeostasi locale.
Ma i mastociti sono altresì i primi elementi ad essere attivati e, di conseguenza, a degranulare un eccesso di mediatori, direttamente coinvolti sia nelle fasi iniziali, sia nella cronicizzazione dello stato di flogosi, sottostante a molte patologie.
Il secondo presupposto è che alcuni composti abbiano dimostrato la capacità di prevenire l’attivazione dei mastociti e/o di modularne la funzionalità degranulatoria. Gli autori iniziano da qui a parlare di “endocannabinoidi” e di “composti ad attività cannabimimetica”: sostanze, queste ultime, che mimano i meccanismi d’azione degli endocannabinoidi e ne modulano le funzioni e gli effetti.
La PEA è sicuramente il più noto di questi composti, per le numerose evidenze, sperimentali e cliniche, ottenute in medicina, sia umana che veterinaria.
La PEA, in particolare, si può considerare il trait d’union tra i vari meccanismi di azione propri dei composti cammabimimetici. È, infatti, in grado di down-modulare l’eccesso di degranulazione mastocitaria (meccanismo “ALIA”), ma è anche attiva nell’inibire la degradazione di altri endocannabinoidi ad attività antinfiammatoria ed antinocicettiva (cosiddetta ipotesi “entourage”).
Sono questi i meccanismi che, oggi, fanno della PEA e, più in generale, delle aliamidi, il gruppo di molecole più promettenti ed innovative nel controllo di infiammazione, prurito e dolore a diversa localizzazione, sia nell’uomo che negli animali da compagnia.