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Artrosi dell’uomo: le linee guida dell’AAOS

Il “Corriere della Sera” fa da cassa di risonanza alle linee guida per l’artrosi del ginocchio dell’”American Academy of Orthopaedic Surgeons” (AAOS). Parola d’ordine: combinazione.
Artrosi dell’uomo: le linee guida dell’AAOS

Agli inizi del 2009, gli ortopedici americani avevano reso pubbliche le linee guida per la gestione dell’artrosi del ginocchio, con l’esplicito scopo di dare risalto solo alle opzioni meno invasive rispetto alle chirurgie ricostruttive.
L’inserto “Salute” del “Corriere della Sera” del 5 luglio 2009 riprende l’argomento, stralciando i punti chiave del documento dell’AAOS: grande importanza allo stile di vita, con enfasi particolare al controllo del peso ed all’esecuzione, quotidiana e costante, di esercizi fisici a “basso impatto” articolare, come nuoto, bicicletta e camminate a passo lento.
Più controverse, invece, le conclusioni dell’AAOS a proposito di rimedi molto popolari in ortopedia, sia umana che veterinaria, come i lavaggi articolari, le artroscopie, le protesi ed i condroprotettori. A questi approcci l’AAOS non attribuisce il “grado A” di raccomandazione, vale a dire “una soddisfacente certezza di giudizio dovuta alla concordanza tra più lavori scientifici”.
Le conclusioni, però, non trovano unanime consenso tra gli esperti italiani. È tutto da calibrare sul singolo paziente e sulla gravità e le cause dell’artrosi di cui è portatore, afferma Roberto D’Anchise dell’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano. Non è detto, afferma Carlo Maurizio Montecucco del Policlinico San Matteo di Pavia, che perché un singolo intervento non giunge a dimostrare da solo di essere significativamente più efficace di un placebo, non sia, unito ad altri, efficace. Del resto, continua il direttore della Reumatologia del San Matteo di Pavia, non si deve mai dimenticare che l’artrosi, avendo più cause, richiede un trattamento onnicomprensivo.
E, specificatamente sui condroprotettori, lo stesso Montecucco ribadisce che studi europei hanno ampiamente dimostrato che sostanze come condroitin solfato e glucosamina, se assunte con costanza e a lungo, possono dare notevoli benefici al paziente artrosico.
E, di questo, ne è diretta testimonianza il cane, in cui i migliori risultati nel management dell’artrosi si sono ottenuti proprio con la combinazione delle diverse misure terapeutiche: controllo del peso, moderata attività fisica, ma anche condroprotettori e, al bisogno, analgesici.

Leggi l’articolo di “Corriere della Sera”
http://www.modavi.it/upload/rassegna/rassegna0607.1.pdf