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CDS aumenta il rischio neurologico

Il cane anziano affetto da disfunzione cognitiva (Cognitive Dysfunction Syndrome, CDS) è più esposto alle malattie neurologiche. Lo dimostra uno studio clinico pilota tutto italiano.
CDS aumenta il rischio neurologico

“Journal of Veterinary Behavior” pubblica i risultati di uno studio clinico condotto da Neurologi e Comportamentalisti italiani, con l’obiettivo di indagare nel cane anziano l’associazione tra CDS e deficit francamente neurologici.
Lo studio ha incluso 21 cani di età compresa tra 7 e 15 anni, di cui 14 erano affetti da CDS, diagnosticata in base alla presenza di segni clinici di invecchiamento cerebrale in più di una delle sette categorie comportamentali individuate per effettuare tale diagnosi. Tutti i cani sono stati sottoposti sia a valutazione comportamentale, con l’aiuto di un questionario somministrato al proprietario, sia ad esame neurologico completo, mirato ad identificare la concomitante presenza di segni neurologici (es. tremori, atassia spinale, deficit propriocettivi).
Lo studio pilota, scrivono gli autori, ha evidenziato come i cani anziani con diagnosi di disfunzione cognitiva abbiano probabilità pressochè raddoppiate di andare incontro ad anomalie neurologiche rispetto ai soggetti senior, ma non affetti da CDS.
Il risultato è molto interessante ed induce due ordini di considerazioni. La prima è che la disfunzione cognitiva o demenza senile è oggi riconosciuta come un’entità clinica ben precisa, che molto spesso affligge i cani anziani/geriatrici. La seconda è che tale patologia, oltre a ridurre le abilità cognitive e mnemoniche del cane, è anche fattore di rischio per manifestazioni neurologiche vere e proprie. Per questo, diagnosi precoce e, soprattutto, prevenzione sono gli strumenti indispensabili per garantire all’animale da compagnia un invecchiamento cerebrale di successo e, dunque, tutelarne benessere e salute: anche, e soprattutto, nella terza età.