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La PEA nel “Pruritus”

Il nuovo libro “Pruritus” edito da Springer-Verlag include la PEA (Palmitoliletanolamide o Palmidrol) tra le opzioni più interessanti per controllare questa fastidiosa sensazione.
La PEA nel “Pruritus”

Il poeta statunitense Ogden Nash ha definito la felicità come la possibilità di grattarsi ogni volta che si ha prurito (“happiness is having a scratch for every itch”). A sottolineare l’importanza di saper gestire una sensazione, che può generare sofferenze tanto quanto il dolore franco e che rappresenta il sintomo comune (e molto spesso cronico) di una interminabile lista di malattie appartenenti sia all’uomo che all’animale da compagnia: dalle patologie dermatologiche (es. dermatite atopica), a quelle di pertinenza internistica (es. nefropatie croniche, iperparatiroidismo), piuttosto che neurologica (es. lesioni cerebrali o midollari) e psichiatrica, stante la profonda interazione esistente tra prurito e stress.
Il libro “Pruritus” dei due dermatologi Sonja Stander e Laurent Misery si propone proprio questo: partire dai principi neurofisiologici di base del prurito, per poi rassegnare i principali quadri clinici e tracciare le linee guida di terapia anti-prurito, sia sistemica che topica.
Tra i quindici brevi capitoli dedicati agli approcci considerati più interessanti e d’avanguardia, anche uno dedicato alla PEA. In Medicina umana, sottolinea Stander, studi clinici hanno dimostrato come la somministrazione di PEA si sia rivelata efficace nel diminuire il prurito ed i segni ad esso associati (eritema, escoriazioni e desquamazioni) in svariate malattie a componente pruritogena: dall’eczema su base atopica, al prurito di origine renale, a quello di tipo lichenoide. E casi clinici non ancora pubblicati dimostrano i benefici effetti della PEA anche nel prurito a componente neuropatica, come quello che accompagna le nevralgie post-erpetiche o le parestesie a localizzazione brachio-radiale.
Una lista importante di dati clinici che può essere notevolmente allungata anche da tutte le evidenze sugli effetti anti-pruritogeni della PEA finora ottenute in Dermatologia Veterinaria: dalla riduzione di sintomi e lesioni in gatti affetti da complesso del granuloma eosinofilico, alla diminuzione della reazione eritematosa nei cani con dermatite atopica, alla riduzione del pomfo cutaneo nei cani allergici.