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PS modula il dialogo tra neuroni

La fosfatidilserina (PS) favorisce i processi alla base del rilascio di neurotrasmettitori tra un neurone e l’altro. Ne parla la rivista ufficiale della Società dei Biologi americani.
PS modula il dialogo tra neuroni

La PS, si sa, possiede numerose ed importanti proprietà neuroprotettive. Tra queste, la capacità di questo fosfolipide naturale di regolare la fluidità di membrana dei neuroni e, dunque, di intervenire favorevolmente in tutti quei processi che da tale fluidità dipendono; primo tra tutti, il colloquio che avviene tra le cellule neuronali, grazie al rilascio di specifici neurotrasmettitori a livello sinaptico.
Maggiori dettagli su tali meccanismi arrivano ora da sofisticate ricerche biomolecolari di un gruppo di fisiologi e farmacologi dell’Università del Wisconsin che, utilizzando particolari linee cellulari di neuroni, dimostrano come la PS sia in grado di regolarne il meccanismo di esocitosi: quel processo usato dalle cellule, neuroni compresi, per riversare all’esterno le molecole (neurotrasmettitori) accumulate all’interno, garantendo in tal modo il passaggio sinaptico dell’informazione da un neurone ad un altro.
Ebbene, la PS ha un duplice ruolo funzionale sulla cinetica dell’esocitosi neuronale. Da una parte, accelera la prima fase di questo processo, corrispondente all’apertura dei cosiddetti “pori di fusione”: zone, cioè, in cui avviene la fusione tra le vescicole contenenti i neurotrasmettitori e la membrana plasmatica della cellula neuronale. E, dall’altra, rallenta la fase successiva dell’esocitosi, quella, cioè, in cui avviene la dilatazione degli stessi pori di fusione.
In sintesi, una sorta di modulazione del rilascio di neurotrasmettitori nello spazio sinaptico, che la PS è in grado di attuare per intrinseche proprietà di conformazione sterica, e che spiega, ancora più nel dettaglio, il ruolo cardine di questo fosfolipide naturale nella fisiopatologia cerebrale: sostanza indispensabile per garantire la corretta funzionalità neuronale e, dunque, lo svolgersi dei processi di memoria ed apprendimento, da una parte; e molecola altrettanto essenziale per prevenire o contrastare quei disturbi cognitivi e mnemonici (es. demenza senile) derivanti dalla compromissione età-correlata di tale funzionalità, dall’altra.