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Anche i cani invecchiano

Un evento formativo aggiorna sulle malattie cardiologiche, neurologiche e comportamentali del cane anziano. Discusse anche le strategie per affrontare i problemi cognitivi della tarda età.
Anche i cani invecchiano

Con il patrocinio della Regione Veneto e la supervisione scientifica dell’internista veterinario Tommaso Furlanello, si è svolto a Padova il terzo blocco di incontri dedicato al practice management e alla clinica geriatrica di cani e gatti anziani. Due pomeriggi occupati rispettivamente da branche specialistiche come la cardiologia, la neurologia e la medicina comportamentale dell’animale in tarda età, con l’obiettivo di fornire una visione a 360° delle problematiche mediche più frequenti, e consentire la scelta degli strumenti più aggiornati ed efficaci sia di diagnosi che di cura.
Per il cane anziano, si è parlato specificatamente di “cervello che invecchia”, e di tutte le condizioni comportamentali e cognitive che possono derivare da un invecchiamento cerebrale non propriamente fisiologico.
Ne ha parlato innanzitutto Lucia Occhionorelli. Dopo aver sottolineato l’importanza anche epidemiologica del paziente anziano [NdR Maggiori info nella scheda Bibliovet di recensione https://www.innovet.it/?pid=14&bbv_az=rs&bbv_v=484 ], la comportamentalista ha definito la neurodegenerazione come il maggior fattore di rischio per quella “disfunzione cognitiva” che si accompagna ad un corteo di segni clinici, comportamentali, emozionali e cognitivi, a volte di difficile individuazione: disorientamento, perdita dei comportamenti appresi, alterazioni dei ritmi sonno/veglia, modifiche nelle abitudini eliminatorie e nelle interazioni sociali ed ambientali.
Tutti segni da valutare complessivamente nell’ambito di questionari comportamentali che il medico veterinario deve somministrare al proprietario, proprio con l’obiettivo di diagnosticare quanto prima quell’invecchiamento cerebrale sintomatologico, indicativo di problemi cognitivi e mnemonici. Si è parlato poi delle modifiche strutturali che la neurodegenerazione determina nel cervello dell’animale anziano: dalle alterazioni macroscopiche, come l’aumento dei volumi ventricolari e la perdita di parenchima cerebrale, alle involuzioni tipiche della senescenza patologica, come la deposizione di proteina amiloide, la perdita di neuroni e la degenerazione della sostanza bianca. A seguire, sono stati discussi i meccanismi specifici della neurodegenerazione senile, dalla deposizione di proteina amiloide allo stress ossidativo.
Alla comportamentalista Patrizia Coccato il compito, infine, di concentrarsi sulla “strategia multimodale”: approccio chiave alla disfunzione cognitiva del cane e del gatto, basato sul complesso di misure farmacologiche, nutraceutiche ed ambientali, mirate a contrastare simultaneamente i molteplici meccanismi della neurodegenerazione senile. Qualche indicazione specifica? Coccato ha parlato di fosfatidilserina, adatta a migliorare la comunicazione tra neuroni e, dunque, a facilitare tutti quei processi, cognitivi e mnemonici, che da questa dipendono. Ma anche di resveratrolo e di Ginkgo Biloba: due neuroprotettori sinergici alla fosfatidilserina, che riequilibrano i sistemi neurotrasmettitoriali ed aumentano le riserve antiossidanti e metaboliche del cervello che invecchia.