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L'eredità di Danilo Mainardi

L’etologo Danilo Mainardi non è più tra noi, ma ci rimane la sua incredibile eredità di Scienza, Cultura e Passione per gli Animali e la Natura.
L'eredità di Danilo Mainardi

Danilo Mainardi, uno dei più celebri etologi, ambientalisti e divulgatori scientifici italiani, si è spento l’8 marzo a Venezia all’età di 83 anni.

 

Tantissimi di noi possono considerarsi un po’ figli suoi. Perché abbiamo imparato ad amare gli animali anche leggendo i libri sul comportamento animale di questo straordinario Esopo del ‘900. Perché abbiamo subito il fascino delle Scienze Etologiche grazie all’equilibrata, quanto rigorosa, capacità comunicativa di questo scienziato. Perché abbiamo maturato un sentimento di unione con la Natura e di rispetto della  biodiversità condividendo uno dei più importanti suggerimenti di Mainardi: quello cioè di “ripensare la realtà oltre l’uomo ed alzare lo sguardo alle tante specie che compongono la biodiversità, imparando a conoscerne la biologia, l’ecologia e il comportamento.”

 

Studioso di fama internazionale e paladino di tante lotte ambientaliste, Mainardi partiva dal concetto che “noi umani non siamo gli unici a produrre e trasmettere cultura”. Intorno a questo presupposto ha costruito i valori fondanti dei suoi messaggi di Scienza e Umanità: l’empatia verso i nostri simili a quattro zampe, il cui mestiere principale resta sempre quello di darci affetto incondizionato; l’importanza di rispettare esigenze biologiche e necessità etologiche dei nostri compagni di vita; la consapevolezza, per loro come per noi, del dolore e della sofferenza; l’importanza dell’evoluzione. Insomma, ci ha insegnato a guardare il mondo in maniera diversa, Quella – scriveva Mainardi –  che consente all’umanità di scoprire i valori di sostenibilità, di rispetto per l’ambiente e le altre specie. E che, così facendo, traccia un nuovo confine tra noi uomini “sapiens” e tutti gli altri esseri viventi, animali e vegetali.”

 

Ci piace finire questo omaggio a Danilo Mainardi riportando la frase con cui l’amico Piero Angela ricordava il suo rapporto con gli animali. “Li guardava con passione senza essere un fanatico. Sapeva cogliere il loro valore in rapporto alla natura e alla vita dell’uomo. Era un bravo etologo, studiava il loro comportamento e attraverso di loro ci aiutava a decifrare anche il nostro modo di essere”.