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Artrosi del gatto… Non zoppica, ma soffre

Artrosi del gatto… Non zoppica, ma soffre

Anche il gatto soffre spesso di artrosi, ma,a differenza di quanto avviene nel cane, i sintomi non sono così evidenti. Scopriamo quindi a cosa dobbiamo prestare attenzione per riconoscere in tempo questa grave malattia del nostro felino domestico e limitare il dolore che sempre l’accompagna.

 

L’artrosi del gatto: una malattia poco riconosciuta

Indagini scientifiche rivelano che solo il 33% dei gatti di proprietà viene portato dal veterinario almeno una volta l‘anno. La maggioranza dei gatti che vive nelle nostre case riceve solo cure saltuarie e nemmeno tanto regolari. . Il motivo principale? La diffusa quanto errata convinzione che il gatto sappia badare a “sé stesso”, e che possa in qualche modo “curarsi da sé”. Per innato istinto di sopravvivenza, il gatto ha poi la tendenza a nascondere il dolore, appartandosi in luoghi isolati o nascosti o evitando le situazioni che possono peggiorare il suo disagio (es. saltare, arrampicarsi, cacciare). Il dolore da artrosi più di altri fa sì che il gatto modifichi le sue abitudini, senza che noi riusciamo ad accorgerci della sua reale sofferenza. Al contrario di quanto avviene nel cane, il gatto non zoppica e questo rende ancora più difficile capire se e dove “ha male”. Anche perché effettuare una visita ortopedica come si deve ad un gatto è davvero molto più difficile che nel cane! . Per tutti questi motivi l’artrosi del gatto è una malattia ampiamente sotto-diagnosticata e, molto spesso, assolutamente ignorata..

Il proprietario è la soluzione del problema

In una situazione come quella appena descritta, il proprietario è la chiave per mettere in luce il problema “artrosi”. Solo chi convive quotidianamente con il proprio gatto può, infatti, accorgersi dei segnali che potrebbero indicare un dolore articolare. Quali sono? Sicuramente molti, ma ne elenchiamo solo i principali:

  • Tende ad isolarsi e appare depresso.
  • Non salta o gioca più come prima o si dimostra più impacciato e meno agile del solito.
  • Passa meno tempo fuori all’aperto e tende a rintanarsi in casa.
  • È più aggressivo, soprattutto quando si cerca di coccolarlo o manipolarlo.
  • Evita la lettiera (le sponde alte in particolare possono essere un problema, con il rischio che faccia la pipì altrove).
  • Si pulisce meno il mantello (grooming).
  • Mangia meno, e in generale ha meno appetito.
  • È riluttante a grattarsi o a “farsi le unghie”.
  • Non usa più la gattaiola, per il dolore che il battente provoca sulla parte posteriore del suo corpo.

Per scoprire dunque l’artrosi nel gatto, il veterinario, più che in altre malattie, ha bisogno di collaborare con un proprietario attento ai minimi cambiamenti delle abitudini e dello stile di vita del suo felino. Del resto, solo da una diagnosi corretta e precoce può nascere un trattamento efficace per questa malattia, capace cioè in grado di alleviare veramente le sofferenze del nostro gatto e di conseguenza migliorarne benessere e qualità di vita.

Terapia per l’artrosi

Come nel caso dell’artrosi del cane, non esiste una singola “medicina” per gestire questa malattia articolare del gatto, ma si devono utilizzare più trattamenti combinati tra loro e adattati al tipo e alla gravità dell’artrosi in atto. Per questo si parla di terapia combinata o multimodale, basata su diversi strumenti:

  • Modifiche ambientali, mirate ad adattare la casa alle difficoltà articolari del gatto (es. spostare cibo e acqua su ripiani accessibili, facilitare l’accesso alle zone sopraelevate con rampe o scalini, predisporre cucce imbottite e riscaldate, usare cassette igieniche con sponde ribassate e lettiere non troppo profonde o difficili da attraversare).
  • Fisioterapia riabilitativa, con l’uso di metodiche sia manuali (es. massaggi) che strumentali (es. ultrasuoni) controllo del peso.
  • Farmaci per il controllo dell’infiammazione e del dolore (es. oppioidi, FANS), con l’accortezza di usare quelli più sicuri per il gatto; ).
  • Sostanze naturali in grado di riequilibrare i meccanismi che generano e trasmettono il dolore da artrosi (es. PEA-q).
  • Sostanze per la protezione della cartilagine articolare (es. condroitin solfato, glucosamina).
  • Antiossidanti (es. quercetina) per il controllo dei radicali liberi prodotti in enormi quantità in corso di artrosi.

L’unica strada vincente per diminuire le sofferenze del gatto con artrosi passa dunque per un’attenta osservazione da parte del proprietario del comportamento e dello stile di vita del suo felino. A seguire, è essenziale, una diagnosi precoce da parte del veterinario e soprattutto una terapia, fatta, non solo di farmaci, ma anche di strumenti non farmacologici (es. fisioterapia) e di sostanze in grado potenziare i naturali meccanismi di riequilibrio dell’infiammazione e del dolore articolare di cui ogni gatto è dotato (es. PEA-q).