Facebook Linkedin Instagram
A member of the Swedencare family
Swedencare

Fido invecchia. Aiutiamolo a vivere bene.

Fido invecchia. Aiutiamolo a vivere bene.

Un giorno, quasi all’improvviso, ci scopriamo a pensare che il nostro amico a quattrozampe sta invecchiando. Cominciamo a notare che ha meno voglia di muoversi, si stanca più facilmente e si adatta con più difficoltà ai cambiamenti o alle situazioni stressanti. Insomma, abbiamo come la sensazione che non sia più lui. Dopo lunghi anni di convivenza, è proprio un tuffo al cuore renderci conto che gli anni sono passati anche per il fidato amico di sempre, e che, come per noi, è purtroppo giunta l’era degli acciacchi e dei fastidi legati a quello che è il fenomeno comune a tutti gli esseri viventi: l’invecchiamento. Perchè di questo si tratta. Quando gli anni passano, è assolutamente normale che l’organismo vada incontro ad una lenta involuzione, rallenti le proprie funzioni ed attività e sia più vulnerabile alle malattie. E uno degli organi che sicuramente più “soffre di invecchiamento” è il cervello. Nell’uomo, ma anche nell’animale da compagnia. Memoria, capacità di apprendimento, abilità cognitiva ed adattabilità all’ambiente circostante, tendono naturalmente a ridursi con l’età, in conseguenza di un fisiologico processo di degenerazione del tessuto nervoso (neurodegenerazione), da cui dipendono quei più o meno impercettibili cambiamenti di comportamento che cominciamo a notare nel nostro amico “senior”. Attenzione, però. Tra i doveri del “buon proprietario” rientra anche quello di prestare attenzione a questi segni di invecchiamento cerebrale: riferendoli prontamente al veterinario di fiducia; e mettendolo nelle condizioni di capire se si tratta di  semplici ed inevitabili “stranezze” dell’età che avanza, piuttosto che di “campanelli d’allarme”  di veri e propri “scompensi” cerebrali patologici. Forme di “demenza senile”, per molti versi sovrapponibili al morbo di Alzheimer dell’uomo, che, se non tempestivamente diagnosticate, possono drammaticamente peggiorare la qualità di vita del cane anziano. Il nostro beniamino può allora perdersi durante le quotidiane passeggiate, può apparire confuso e disorientato perfino tra le rassicuranti mura di casa. Di giorno può dormire più del solito, mentre di notte rimanere sveglio ed abbaiare senza un motivo apparente. Non accorre più festosamente ai nostri richiami, mangia con meno appetito e si dimostra apatico ed assolutamente disinteressato a tutto quello che gli succede intorno.  In queste situazioni, anche l’amico cui vogliamo bene da una vita  può diventare un “problema”: per noi, che andremmo incontro a notevoli difficoltà di gestione; ma soprattutto, per sè stesso, che vedrebbe drasticamente ridotta la speranza di una vecchiaia serena e felice, insieme alla sua famiglia. Ed è proprio a questo punto che possiamo fare molto per lui, nella consapevolezza che, se il tempo non può essere fermato nè tantomeno si può tornare indietro, pur tuttavia abbiamo gli strumenti per rispondere ai suoi “nuovi” bisogni ed aiutarlo a vivere a lungo e, soprattutto, al meglio. Oggi, la Ricerca sperimentale e clinica, specificatamente nel settore delle Neuroscienze, ha reso disponibili nuovi metodi e prodotti per mantenere entro i limiti della fisiologia i processi degenerativi cerebrali del nostro compagno anziano, prevenendo e/o contrastando quei disturbi comportamentali legati ad un invecchiamento cerebrale patologico. Uno di questi è la neuroprotezione. Fornire, cioè, a cani e gatti “senior” sostanze naturali, dette “neuroprotettori”, in quanto capaci di intervenire su una o più vie che conducono alla neurodegenerazione. L’associazione di alcune di queste (fosfatidilserina, estratto di Ginkgo Biloba, resveratrolo) si è dimostrata particolarmente efficace sia nel ridurre i segni clinici di invecchiamento cerebrale patologico, sia nel migliorare la memoria, l’attività generale e la performance cognitiva di cani e gatti anziani. L’essenziale è intervenire a tempo debito. Quando, cioè, l’animale, pur essendo anagraficamente vecchio, può trarre il massimo beneficio da una serie di accorgimenti che tutti i “buoni proprietari” devono mettere in atto. Una giusta alimentazione, un adeguato esercizio fisico, un checkup periodico dello stato di salute. Ma anche una neuroprotezione efficace nel proteggere e rinforzare la funzionalità residua del suo cervello. Il tutto condito da … attenzioni e coccole a volontà.