Facebook Linkedin Instagram
A member of the Swedencare family
Swedencare
Inn Vet Med 2(14) | marzo 2013

Palmitoiletanolamide micronizzata in Gastroenterologia

Introduzione

I disordini gastroenterici cronici del cane e del gatto rappresentano ancora una sfida per il medico veterinario: per la difficoltà dell’inquadramento diagnostico; per l’impegno, molto spesso gravoso e continuativo, richiesto al proprietario che può interferire con la sua compliance alle terapie, solitamente prescritte a lungo termine; per l’impostazione, più empirica che non basata su accertate evidenze scientifiche di efficacia, della maggior parte dei protocolli di terapia medica. Motivi di difficoltà medicoprofessionale sono anche la risposta molto variabile ai trattamenti, che contempla anche un’elevata suscettibilità a ricadute/recrudescenze successive ad un’iniziale remissione sintomatologica; e, infine, l’incerto profilo di sicurezza delle terapie comunemente adottate (es. cortisonici), il cui rischio di effetti collaterali aumenta proporzionalmente al dosaggio utilizzato e alla durata del trattamento. In questo panorama, le aliamidi e, nello specifico, la molecola capostipite palmitoiletanolamide (PEA), rappresentano una straordinaria novità terapeutica per una nutrita serie di motivi. Innanzitutto, per le caratteristiche intrinseche a queste sostanze. La PEA è una molecola naturale, parte integrante di quei meccanismi di protezione endogena su cui è in grado di esercitare effetti multipli e coordinati, al fine di risintonizzarne l’attività in maniera compatibile con il recupero dell’omeostasi dei tessuti. In questo senso, la somministrazione esogena di PEA riveste il significato di rifornire l’organismo di quel surplus di bioregolatore endogeno, necessario a contrastare “secondo Natura” infiammazione e dolore. In secondo luogo, la PEA agisce principalmente riportando a norma fisiologica un meccanismo – la degranulazione mastocitaria – intorno al quale ruota il complesso gioco di squadra che presiede all’omeostasi intestinale, e che risulta profondamente perturbato e iper-reattivo in situazioni patologiche molto comuni nel cane e nel gatto (es. malattia infiammatoria intestinale, IBD). Il meccanismo PEA-mediato di fine regolazione della funzionalità mastocitaria si rivela poi particolarmente importante in un organo, come l’intestino, che gode di un “privilegio immunitario”, tale da tollerare cibi e batteri saprofiti, da una parte, e difendersi da svariati agenti patogeni, dall’altra. E uno dei sistemi per tutelare questo raffinato privilegio biologico è proprio quello legato al principale meccanismo d’azione della PEA: down-modulare, cioè, l’eccesso di degranulazione mastocitaria, implicato nella risposta neuro-immunoinfiammatoria iper-reattiva della mucosa enterica, preservando però quel livello degranulatorio soglia, indispensabile a garantire le proprietà immuno-difensive privilegiate del distretto intestinale.

Contenuti

  • Panorama clinico
    • Reazioni avverse al cibo (RAC
    • Malattia infiammatoria intestinale (IBD)
  • Patogenesi dell’iper-reattività enterica
    • Perdita della tolleranza orale e iper-reattività.del sistema immunitario mucosale
    • Disbiosi (modifiche del microbioma intestinale)
    • Alterazioni di barriera e permeabilità.dell’epitelio intestinale
    • Ruolo del mastocita enterico
  • PEA-m in Gastroenterologia
    • Gli endocannabinoidi proteggonola mucosa intestinale
    • PEA: un endocannabinoide a meccanismo ALIA
    • PEA nel distretto gastrointestinale
    • PEA-m: evidenze pre-cliniche
    • PEA-m: evidenze cliniche