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Artrosi: marker sì o marker no? … Vero e proprio duello-dibattito a suon di mediatori biologici

Esistono dei marker, cioè delle sostanze le cui variazioni vadano di pari passo con l’evoluzione artrosica, tanto da poterle considerare indicatori prognostici e/o diagnostici di malattia?
Artrosi: marker sì o marker no? … Vero e proprio duello-dibattito a suon di mediatori biologici

Il dibattito su questa spinosa questione è uno di quelli che più accendono gli animi (e le discussioni) della comunità scientifica internazionale.
Sulle pagine del numero 9 della prestigiosa rivista Osteoarthritis and Cartilage troviamo una risposta affermativa: sì, esistono marker di artrosi.
Uno studio prospettico di un anno, condotto su soggetti con coxartrosi, identifica nel TIMP (l’inibitore delle metalloproteasi) un utile indicatore dell’evoluzione artrosica. Nello studio, infatti, bassi livelli sierici di TIMP si dimostrano correlati ad una veloce riduzione dello spazio articolare, cioè ad una rapida progressione dell’artrosi.
Se non proprio marker, certo il TIMP può essere considerato fattore di rischio per l’artrosi; al di sotto dei 600 ng/ml, esso, infatti, possiede un buon valore prognostico per l’identificazione dei pazienti con rapida progressione della malattia.
Una tessera in più nel complesso puzzle che l’artrosi, questa malattia antica più dell’uomo, ancora oggi rappresenta per la scienza medica nel mondo.
Chevalier X. et al., 2001, Osteoarthritis and Cartilage, 9 : 300-307.