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Allergia e mastociti: nuove conferme

Gli anticorpi tipici delle allergie, le cosiddette IgE, influenzano il numero di quei recettori ad alta affinità di cui si servono per legarsi alla superficie dei mastociti cutanei, attivarli in seguito a sensibilizzazione antigenica e provocare il rilascio per degranulazione di sostanze direttamente implicate nelle fasi immediate e tardive delle reazioni allergiche.
Allergia e mastociti: nuove conferme

Fa parte della conoscenza immunologia di base sapere che le IgE, iperprodotte in corso di allergia, si fissano selettivamente sulla superficie di mastociti e basofili grazie a particolari recettori ad alta affinità (identificati con la sigla internazionale FceRI) e che, in seguito al cross-legame degli anticorpi con le sostanze allergizzanti (la cosiddetta sensibilizzazione), avviene l’attivazione di queste cellule ed il conseguente rilascio dell’ampio spettro di mediatori, responsabili dei segni e sintomi dell’allergia. Appartiene, invece, alle più recenti scoperte nel campo dell’ipersensibilità cutanea la dimostrazione che alcuni Farmacologi della Facoltà di Medicina Veterinaria di Barcellona hanno ottenuto su mastociti cutanei di cane, incubati per cinque giorni con siero contenente elevatissime concentrazioni di IgE. “In queste condizioni – affermano i ricercatori nell’articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista Veterinary Immunology and Immunopathology – si è visto che i mastociti esprimono un numero più elevato di recettori ad alta affinità. Non solo, ma sono anche in grado di rilasciare mediatori pro-infiammatori (TNF in particolare) in quantità doppia rispetto a quella delle cellule mastocitarie poste a contatto, per lo stesso periodo di tempo, con siero privo di IgE.” Niente più dubbi, allora, sul circolo vizioso che lega le IgE ai mastociti cutanei: tanto più alto è il livello di produzione anticorpale nel soggetto allergico, tanto maggiore sarà il numero di recettori che legheranno le IgE alle cellule mastocitarie ed, infine, tanto più imponente sarà il rilascio di sostanze pro-infiammatorie ed istiolesive.
“Sicuramente – concludono gli studiosi – si possono ipotizzare nuovi spazi terapeutici nel campo delle malattie allergiche del cane, basati essenzialmente sull’utilizzo di anticorpi monoclonali che riducano drasticamente la concentrazione di IgE sieriche.” Insomma, pare proprio che le allergie guariscano se si tolgono le E!

Brazis P, De Mora F, Ferrer L, Puigdemont A, 2002, IgE enhances FCeRI expression and IgE-dependent TNF-a release from canine skin mast cells, Vet Immunol Immunopathol, 85 : 205-212.