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BSAVA 2002: “il nuovo che avanza” in tema di artrosi

Due tra i massimi esperti mondiali di Ortopedia Veterinaria si sono ritrovati a Birmingham il 6 aprile 2002, in occasione di un seminario specialistico, organizzato nell’ambito del 45° congresso annuale della BSAVA. Obiettivo: tracciare lo “stato dell’arte” dell’artrosi, partendo dalla disamina dei meccanismi patogenetici ed approdando, successivamente, alla definizione di un protocollo terapeutico combinato.
BSAVA 2002: “il nuovo che avanza” in tema di artrosi

Il ricercatore inglese Stuart Carter ed il chirurgo ortopedico americano Steven Martinez sono gli illustri protagonisti di questo meeting sull’artrosi del cane. Al primo – ricercatore del Connective Tissue Research Group della Facoltà di Scienze Veterinarie di Liverpool, nonché autore di più di 200 pubblicazioni, per la massima parte incentrate sull’identificazione dei mediatori coinvolti nella genesi dell’artrosi – il compito di spiegare la “costellazione” vera e propria di eventi, biochimici e molecolari, responsabili delle caratteristiche alterazioni degenerative. Carter, con estremo approfondimento scientifico, si addentra nella fisiopatologia di cartilagine ed osso e, dopo aver spiegato le basi molecolari delle “disfunzioni” metaboliche di condrociti e cellule ossee, accenna a terapie future, in cui la genetica possa intervenire favorendo la sintesi di sostanze ad attività anabolica e/o riparativa. “È fondamentale capire che un solo trattamento non è valido per tutti i soggetti affetti da artrosi.” Con queste parole, Steven Martinez – professore di Chirurgia Ortopedica alla State University di Washington e diplomato ACVS – inizia il suo intervento sul “trattamento bilanciato non chirurgico” dell’artrosi del cane. Un trattamento definito “a piramide”, in cui “l’esclusione di uno o più componenti invalida la risposta clinica alla terapia…e peggiora la qualità di vita del paziente.” Quali le “travi portanti” di questo puzzle terapeutico personalizzato al soggetto? Innanzitutto, misure non farmacologiche come il controllo del peso, le modificazioni dell’attività fisica e le tecniche fisioterapiche riabilitative. Ma anche approcci farmacologici, dai classici FANS (da usare ad intermittenza ed unicamente in presenza di dolore!) ai farmaci “di fondo”, i cosiddetti “disease-modifying osteoarthritis agents”, come i condroprotettori glucosamina e condroitin solfato, capaci di “fornire i precursori necessari alla riparazione della cartilagine”.
Per ottenere gli articoli, a soli fini di studio personale, richiederne copia al CeDIS cedis@innovet.it
Carter SD, 2002, Osteoarthritis: understanding the process to provide effective treatment, Veterinary Seminar, 45th annual Congress BSAVA, Birmingham, 4-7 April.
Martinez SA, 2002, Balanced non-surgical management of osteoarthritis in dogs, Veterinary Seminar, 45th annual Congress BSAVA, Birmingham, 4-7 April.