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Swedencare

“Cc:” copia carbone: il primo gatto clonato

Lo scorso Febbraio le testate scientifiche elettroniche e non di tutto il mondo hanno dato la lieta novella: due mesi prima nasceva il primo gattino clonato. Il suo nome “Cc:” sta per ”copia carbone”. L’esperimento - condotto presso i laboratori della Texas A&M University - apre nuove importanti questioni etiche e veterinarie da affrontare nel prossimo futuro.
“Cc:” copia carbone: il primo gatto clonato

È un gattino femmina di due mesi, in piena salute, allegro e vivace. Si chiama “Cc:” (copia carbone) ed è l’unico sopravvissuto di 87 embrioni clonati ed impiantati in 7 gatti femmina, circa 5 mesi fa, presso i laboratori della Texas A&M University.
Mark Westhusin (suo padre putativo) ed i suoi collaboratori lo hanno creato inserendo del DNA prelevato da una gatta a squama di tartaruga in un oocita privato di nucleo, successivamente impiantato in una “madre surrogata” (una gatto femmina soriano). “Cc:” è nato per parto cesareo dopo 66 giorni di gestazione.
L’analisi del suo DNA ha confermato la piena riuscita dell’esperimento: “Cc:” è un clone del gatto femmina che ha donato il DNA di partenza, sebbene il colore del suo pelo ne differisca (questione di scarsa rilevanza, perché il colore del mantello è determinato sia geneticamente che da condizioni ambientali intra-uterine).
Certo la percentuale di successo dell’esperimento (1 gatto su 87 embrioni, pari all’1,15%) non è particolarmente entusiasmante (sebbene sia paragonabile a quella ottenuta nella clonazione di altre specie, come pecora, topo o maiale); ma se la tecnica verrà migliorata, il sogno di clonare il proprio amico a 4 zampe potrebbe divenire una realtà. Una realtà particolarmente ricca di interrogativi etici e veterinari più o meno pesanti, sui quali è forse il caso di cominciare a riflettere fin d’ora.