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Cane anziano: occhio alla Substantia Nigra

Un gruppo di Patologi Veterinari di Tokio identifica per la prima volta nel cane le alterazioni istologiche età-correlate a carico della “Substantia Nigra”: una regione grande come un’unghia che si trova nella parte più profonda del cervello, è formata da neuroni dopaminergici ed è coinvolta nel controllo dei movimenti volontari e nella regolazione dell’umore.
Cane anziano: occhio alla Substantia Nigra

“A fronte dei numerosi dati raccolti sulle alterazioni neurodegenerative a carico della corteccia cerebrale, a tutt’oggi poco si sa di quello che succede nella Substantia Nigra del cane con l’avanzare dell’età.” È sulla base di questo presupposto che un gruppo di ricercatori giapponesi ha svolto specifiche indagini sul cervello di 34 cani, di età compresa tra due mesi e 18 anni. “Le nostre ricerche – scrivono nell’articolo pubblicato sul Journal of Veterinary Medical Science – hanno confermato che nel cervello del cane i neuroni dopaminergici sono pressoché esclusivamente concentrati nella Substantia Nigra. Non solo, ma queste cellule sembrano particolarmente resistenti all’invecchiamento e ad altre influenze negative come l’ipossia o lo stress ossidativo, notoriamente considerati potenti induttori di morte neuronale. ”Nessun segno, dunque, di sofferenza in questa delicata regione cerebrale del cane che invecchia? “Tutt’altro. Nei prolungamenti che originano dal corpo dei neuroni della Substantia Nigra per andare a contrarre sinapsi con altre cellule nervose, i ricercatori hanno riscontrato notevoli alterazioni: depositi di pigmenti ossidati, inclusioni cristalline e corpi sferoidi. Importanti le possibili implicazioni patologiche di questi anomali depositi senili. ”È possibile – si legge nelle conclusioni – che essi inibiscano il corretto trasporto assonico, ingenerando, alla fine, franche alterazioni neurodegenerative proprio a carico della Substantia Nigra. ”Un’altra tessera va, dunque, ad aggiungersi al complesso mosaico di quelle alterazioni strutturali neurodegenerative (es. depositi di proteina beta-amiloide), già identificate nel cervello del cane anziano e correlate alla comparsa di quei disturbi comportamentali età-dipendenti che possono seriamente compromettere la qualità di vita dei nostri animali.