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Atopia del cane: l’ultima parola ai mastociti

Sfogliando gli Atti del 19mo congresso annuale dell’ESVD-ECVD (European Society of Veterinary Dermatology-European College of Veterinary Dermatology), tenutosi a Tenerife il 4-6 settembre 2003, non può di certo sfuggire - per originalità di contenuto e chiarezza esplicativa - la relazione di due farmacologi della Facoltà di Medicina Veterinaria di Barcellona. In sole quattro pagine. Fernando de Mora e Rosa Torres riescono, infatti, a delineare lo straordinario profilo immunopatogenetico dei mastociti nel complesso avvicendarsi delle fasi, sia precoci che tardive, dell’atopia del cane.
Atopia del cane: l’ultima parola ai mastociti

“I mastociti sono entrati nell’immaginario collettivo di Dermatologi e Ricercatori come cellule direttamente implicate nella fase di ipersensibilità immediata della dermatite atopica del cane; cellule, cioè, che, grazie al rilascio di istamina, contribuiscono primariamente allo scatenamento dei segni atopici precoci…
Per anni “vittime” di questo ruolo – tanto da essere visti come unici artefici delle reazioni allergiche cosiddette immediate – i mastociti sono stati, poi, relegati in secondo piano, con la comparsa sullo scenario patogenetico dell’atopia di altri elementi, come le cellule di Langerhans, i linfociti T, ed anche cheratinociti ed eosinofili…
Comunque, siamo fermamente convinti che non solo non ci sia alcuna evidenza scientifica che supporti questo ruolo gregario, ma, soprattutto, che le nuove conoscenze sulla biologia dei mastociti e sui meccanismi dell’atopia giustifichino una dilatazione dell’importanza di queste cellule oltre le fasi precoci dello stato allergico…”
In poche righe i due farmacologi spagnoli raccontano l’incredibile storia del mastocita, per analizzarne, poi, sinteticamente le caratteristiche fondamentali in corso di atopia: la maggior “releasibility”, vale a dire la tendenza a rilasciare con più facilità l’enorme gamma di mediatori immagazzinati; la capacità, tramite questi stessi mediatori, di attivare le cellule immunocompetenti, richiamare i leucociti circolanti, innescare le risposte vascolo-nervose, sintetizzare, infine, quelle sostanze (prostaglandine, ad esempio) che consentono il passaggio dalle fasi precoci a quelle tardive dello stato atopico. Vale la pena, a questo punto, riportare le incisive conclusioni dei due ricercatori: “…I dati a favore del contributo dei mastociti nei diversi momenti immunopatogenetici dell’atopia nel cane sono ormai molti…è tempo, ormai, di considerarli non solo come effettori dell’ipersensibilità immediata, quanto piuttosto come induttori e coordinatori del processo infiammatorio, nonché regolatori della risposta immunologica…Sicuramente, ancora molto resta da scoprire del composito puzzle patogenetico dell’atopia. Una cosa è certa: sarà dei mastociti l’ultima parola!”

Articolo disponibile su richiesta a cedis@innovet.it