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Geriatria Veterinaria: indagine Golden Years

“Golden Years” (Anni d’oro) è il nome dell’indagine conoscitiva progettata e realizzata da Innovet con un preciso scopo: sondare i livelli di attenzione e sensibilità del medico veterinario italiano nei confronti dei sempre più emergenti problemi della “terza età” di cani e gatti. I risultati di tale indagine sono stati presentati nella sessione di “Practice management” del 50° congresso nazionale SCIVAC (Rimini, 27-29 maggio 2005) ed hanno trovato vasta eco nella stampa di settore, con la loro pubblicazione su “Professione Veterinaria”.
Geriatria Veterinaria: indagine Golden Years

“Perché un’indagine sull’invecchiamento in Medicina Veterinaria?” È questa la domanda con cui Alda Miolo del CeDIS di Innovet ha iniziato la presentazione di “Golden Years”: l’indagine conoscitiva – attuata tramite la distribuzione di un questionario articolato in dieci domande a scelta multipla – cui hanno aderito 541 medici veterinari per piccoli animali. “Perché – ha spiegato la relatrice – il problema “animale anziano” ha assunto proporzioni davvero considerevoli, vuoi per le aumentate attenzioni dei proprietari nei confronti del “senior pet”, vuoi per gli avanzamenti medici e terapeutici, vuoi per il miglioramento della qualità di vita di cani e gatti. Sta di fatto che gli animali geriatrici sono, oggi, una popolazione non solo numericamente consistente, ma anche bisognosa di cure medico-veterinarie specifiche ed adeguate.” A confermare questi presupposti sono proprio i dati emersi dall’indagine, che Roberto Tovini (Coordinatore del gruppo di studio SCIVAC di “Practice Management” e chairman della sessione congressuale) così ha riportato su “Professione Veterinaria”: “La maggior parte dei rispondenti ha dichiarato che cani e gatti con più di 7 anni costituiscono una “fetta” significativa dei pazienti che, nell’arco di un anno, afferiscono ai loro ambulatori.” Ed ancora: “Il 75% degli intervistati ha dichiarato di effettuare check-up routinari specifici per il paziente anziano, consigliandone preferenzialmente un’esecuzione a cadenza annuale o semestrale e prediligendo indagini come lo screening emato-chimico e la visita clinica.” Molte altre le informazioni emerse dall’analisi delle risposte e presentate da Alda Miolo nel corso della relazione: dalla diffusa convinzione che cani e gatti anziani siano soggetti “fragili” e potenzialmente “plurimalati”; alla predominante visione dell’invecchiamento come “progressivo calo delle riserve adattative”; alla netta percezione dell’aumento di sensibilità dei proprietari per il benessere del proprio animale anziano; alla definizione del “profilo patologico” del “senior”, con prevalenza di malattie ortopediche ed odontostomatologiche nel cane, e di malattie del rene e delle basse vie urinarie nel gatto. “Non ci sono dubbi – scrive Tovini su “Professione” – . Anche nel settore veterinario, la Geriatria deve essere considerata una vera e propria risorsa…non solo come branca specialistica, ma anche come medicina ambulatoriale di base, cui riservare tempo e spazio per curare adeguatamente i propri pazienti ed incrementare coinvolgimento e compliance del proprietario.