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Ginkgo biloba: efficace contro l’amiloide

L’estratto di Ginkgo biloba - assunto per due anni da soggetti di età superiore ai 75 anni, ma non affetti da demenza senile conclamata - abbassa il tasso plasmatico di proteina beta amiloide, unanimemente riconosciuta fattore predittivo e/o di rischio di malattia di Alzheimer. È quanto emerge da un interessante studio di popolazione effettuato in Austria proprio con lo scopo di valutare su larga scala i criteri prognostici per lo sviluppo di demenza da Alzheimer.
Ginkgo biloba: efficace contro l’amiloide

VITA (Vienna Transdanube Aging Study) si chiama lo studio di coorte progettato da Neurobiologi e Geriatri del Danube Hospital di Vienna, che, nell’arco di due anni, hanno reclutato 526 soggetti anziani (età> 75 anni) senza alcun deficit cognitivo manifesto e ne hanno correlato i livelli plasmatici di proteina beta amiloide con l’assunzione di sei categorie di farmaci normalmente utilizzati in età geriatrica: dagli antinfiammatori, agli antidiabetici, agli psicofarmaci, alle sostanze usate nella prevenzione della demenza, estratto di Ginkgo biloba incluso. Il motivo? “Stabilire – scrivono gli Autori dell’indagine nell’articolo pubblicato su “Neurobiology of Aging” – quale classe farmacologica può maggiormente incidere su uno dei più noti fattori di rischio per la demenza senile – la beta amiloide, appunto – che, con l’età, è destinata ad innalzarsi.”
I risultati parlano chiaro. “Solo nel gruppo dei soggetti che hanno assunto continuativamente per due anni l’estratto di Ginkgo si rileva un chiaro decremento dell’amiloide circolante, a significare che tale sostanza è in grado di controllare l’aumento di amiloide età-dipendente. Dunque, è efficace nel prevenire quelle forme di demenza caratterizzate da aumentati depositi di amiloide, malattia di Alzheimer in primis.”
“Se questi dati – scrivono gli Autori nelle conclusioni – si sommano alle evidenze scientifiche finora raccolte ed al buon profilo di sicurezza d’utilizzo, va da sé che l’estratto di Ginkgo biloba si delinea come una valida opzione nella prevenzione della demenza associata all’Alzheimer.”

Articolo disponibile su richiesta a cedis@innovet.it