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NGF: la neurochina dell’innamoramento

I ricercatori del CIRMC (Interdipartimental Center for Research in Molecular Medicine) dell’Università di Pavia hanno dimostrato che i livelli plasmatici di Nerve Growth Factor (NGF) sono assai più elevati nei soggetti che stanno vivendo un amore passionale rispetto a quelli che hanno un legame sentimentale consolidato da tempo o che sono senza particolari legami affettivi. I dati – riportati anche sui quotidiani a diffusione nazionale, tra cui “Repubblica” - confermano il ruolo chiave di questa molecola nel complicato puzzle di reazioni biochimiche che accompagnano i sentimenti e le emozioni e, più in generale, le risposte comportamentali allo stress.
NGF: la neurochina dell’innamoramento

Il fattore di crescita nervoso – ormai a tutti noto come Nerve Growth Factor o NGF e per la cui scoperta Rita Levi Montalcini aveva ricevuto nel 1986 il Premio Nobel per la Medicina – era già stato indagato come molecola implicata non solo nei complicati meccanismi di sopravvivenza e crescita neuronale, ma anche nella risposta alle situazioni stressogene e/o a forte impatto emotivo. Tanto è vero che negli anni Ottanta il gruppo di ricerca coordinato dalla stessa Levi Montalcini aveva dimostrato che comportamenti aggressivi tra ratti o forti stress emozionali (lancio con il paracadute) nell’uomo si trascinavano appresso rapidi aumenti dell’NGF plasmatico.
I ricercatori del CIRMC di Pavia non hanno fatto altro che proseguire lungo questo filone di ricerca. “Abbiamo analizzato – scrivono nell’articolo in corso di pubblicazione sulla rivista britannica “Psychoneuroendocrinology” – una sessantina di coppie, comprese tra i 18 e i 31 anni di età e le abbiamo suddivise in tre gruppi: quelle che si erano innamorati di recente, quelle che avevano un legame affettivo da lungo tempo e i “single”…Ebbene negli innamorati da meno di sei mesi abbiamo riscontrato 227 unità di NGF plasmatico, contro le 123 unità presenti nelle coppie di lungo corso o nei “single”…Ma quando, dopo sei mesi, abbiamo nuovamente esaminato le stesse coppie, il livello di NGF era tornato a valori simili a quelli riscontrati nelle relazioni di lunga durata o in coloro che non avevano importanti legami affettivi.”
La considerazione più immediata che può scaturire dai risultati di questa ricerca è che l’NGF sia un vero e proprio marker molecolare nell’ambito delle reazioni biochimiche provocate dallo stress e dalle emozioni, tanto da scemare visibilmente quando la potenza di un sentimento si affievolisce. Più in generale, un’altra tessera va ad aggiungersi al complesso mosaico dei meccanismi organici che sottendono le manifestazioni comportamentali su base stressogena ed emotiva. Ed è una tessera occupata a pieno titolo dall’NGF: una molecola di “allerta” che, rilasciata “al bisogno” da diversi stipiti cellulari (mastociti, in primis), segnala le perturbazioni emotive e comportamentali, è addirittura in grado di seguirne l’andamento nel tempo e, alla fine, si rivela il coordinatore vero e proprio della risposta integrata di qualsiasi organismo allo stress…compreso quello amoroso!

Articolo disponibile su richiesta a cedis@innovet.it