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Scoperto il nesso tra dermatiti e stress

Un gruppo di ricercatori della “Charité University Medicine” di Berlino dimostra per la prima volta la capacità dello stress di provocare evidenti alterazioni della cute: dall’iper-innervazione sensoriale cutanea, all’aumento di degranulazione dei locali mastociti, a causa del rilascio massivo di neuropeptidi (es. sostanza P, NGF) dai terminali nervosi sotto stress. Un altro importante tassello va ad aggiungersi alla complessa patogenesi di quelle dermatopatie su base stressogena e/o comportamentale, che assai frequentemente affliggono anche cani e gatti (es. dermatiti psicogene, granulomi da leccamento).
Scoperto il nesso tra dermatiti e stress

Non è una novità che lo stress sia fattore pruritogeno, capace di peggiorare gli stati infiammatori della cute ed interferire pesantemente con la riparazione delle ferite. E non è una novità nemmeno che tale interferenza trovi la sua spiegazione nell’influenza che lo stress ha sui meccanismi nervosi centrali, in particolare sull’asse ipotalamo-ipofisario.
È, invece, assoluta novità che un evento stressante (un suono fastidioso e prolungato, ad esempio) possa agire modificando addirittura il corredo sensoriale cutaneo e, attraverso questo, lo stato funzionale dei locali mastociti. A dimostrare per la prima volta la diretta influenza dello stress sulla cute è un gruppo di ricercatori tedeschi, i cui risultati su un set di topi sottoposti a stress acustico prolungato (fino a 24 ore) sono stati pubblicati su “Brain, Behavior and Immunity”.
“Abbiamo evidenziato – scrivono – che una condizione stressante induce un cambiamento nell’innervazione sensoriale cutanea, con marcato aumento delle fibre nervose che rilasciano sostanza P e del numero di contatti che esse contraggono con cellule chiave della risposta neuro-immunitaria cutanea: i mastociti.” A questi elementi i ricercatori dedicano un’attenzione del tutto particolare, valutandone non solo l’aumentata giustapposizione alle terminazioni nervose, ma indagandone anche la variazione di funzionalità sotto stress. “La percentuale di mastociti degranulati è significativamente aumentata nei topi stressati e tale aumento si mantiene anche due giorni dopo la fine dell’esposizione all’evento stressogeno.” Cosa significa questo? “Significa – spiegano i ricercatori – che lo stress non solo agisce da attivatore della plasticità neuronale, ma induce anche un’aumentata degranulazione mastocitaria, con la conseguente liberazione di un eccesso di mediatori vaso- e neuro-attivi, NGF in primis. “
Sono i ricercatori stessi a tracciare, nelle conclusioni, l’ambivalenza dell’attivazione neurogenica (proveniente, cioè, dalle vicine fibre nervose) dei mastociti: “Da una parte, essa rappresenta la difesa di prima linea della cute, stimolando il rilascio calibrato da parte dei mastociti di fattori necessari alla difesa ed alla riparazione tissutale. Dall’altra, se eccessiva come in condizioni di stress, diventa il pre-requisito per quell’esagerata degranulazione mastocitaria che conduce alla liberazione di fattori direttamente coinvolti nella genesi dell’infiammazione cutanea sottostante a stati allergici (atopia) come ad aspecifiche dermatiti da stress.”

Articolo disponibile su richiesta a cedis@innovet.it