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La chirurgia arresta l’artrosi?

A questa intrigante domanda hanno cercato di rispondere – in occasione del II congresso mondiale di Ortopedia Veterinaria, svoltosi a Keystone (Colorado) dal 25 febbraio al 4 marzo 2006, congiuntamente alla 33ma conferenza annuale della VOS (Veterinary Orthopaedic Society) - alcuni chirurghi di Tokyo, che hanno sottoposto a due diverse tecniche ricostruttive chirurgiche 28 cani con rottura del legamento crociato anteriore (LCA). Le indagini radiografiche e biochimiche parlano chiaro: pur rivelandosi una tecnica migliore dell’altra, la degenerazione articolare continua a progredire. Soprattutto, radiograficamente.
La chirurgia arresta l’artrosi?

TPLO (Tibial Plateau Leveling Osteotomy) e PTO (Proximal Tibial Osteotomy) sono le due tecniche ricostruttive usate dai chirurghi della “Nippon Veterinary and Animal Science University” di Tokyo su 28 cani affetti da rottura di LCA e sottoposti, sia nel pre che nel post-operatorio, a specifiche indagini biochimiche del liquido sinoviale, come a screening radiografici tesi a valutare il punteggio dell’artrosi secondaria.
“Lo scopo del nostro lavoro – scrivono i ricercatori nell’abstract congressuale pubblicato su “Veterinary and Comparative Orthopaedics and Traumatology” – era proprio quello di valutare l’efficacia della chirurgia nei confronti dell’artrosi che inevitabilmente accompagna la rottura del legamento…Per questo, abbiamo messo a confronto due note tecniche ricostruttive e ne abbiamo valutato gli esiti, in termini di possibile controllo dell’evoluzione artrosica susseguente all’intervento.”
“Rispetto alla PTO – si legge nell’abstract – la TPLO porta ad una più marcata diminuzione nell’immediato post-operatorio di alcuni marker sinoviali di artrosi, come, ad esempio, le citochine pro-infiammatorie IL-1, IL-6 e TNF… Nessun effetto, invece, sui markers sinoviali degenerativi (metalloproteasi) o sul contenuto in glicosaminoglicani.”
E non solo.”In tutti i cani, lo score radiografico di artrosi continuava ad aumentare progressivamente, indipendentemente dalla chirurgia utilizzata…Solo a distanza di 6 mesi dall’intervento, i soggetti sottoposti a TPLO presentavano uno score radiografico di artrosi più basso rispetto a quello rilevato nei cani sottoposti a PTO.”
Che conclusioni trarre da questo interessante lavoro? Pare evidente che la sola chirurgia, pur nella sua indubbia efficacia ricostruttiva, abbia un’intrinseca limitatezza nei confronti dell’artrosi, per la quale vale, altresì, una combinazione di interventi, da affiancare opportunamente all’opzione chirurgica: dieta, controllo dell’attività fisica, farmaci sintomatici e nutraceutici “di fondo”, come condroprotettori ed antiossidanti.