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Prurito: le terapie di frontiera

Il noto dermatologo tedesco Ralf Paus pubblica nel fascicolo di maggio 2006 di “The Journal of Clinical Investigation” un’affascinante review sul prurito. Uno straordinario viaggio lungo quelle vie, periferiche e centrali, attraverso cui si scatena la sensazione pruriginosa; ma anche uno sguardo appassionato e lungimirante a quelle nuove frontiere di terapia che chiamano in causa sistemi endogeni (endocannabinoidi, endovanilloidi), attivati dall’organismo proprio per controllare la risposta infiammatoria, nocicettiva, nonché pruritogena.
Prurito: le terapie di frontiera

“È il cervello che avverte la sensazione di prurito, non la pelle.” Ralf Paus usa un pregnante aforisma per sintetizzare i complessi meccanismi neurofisiologici alla base del sintomo patognomonico delle molteplici malattie della cute: il prurito.
Un percorso, quello del prurito, assai complesso che parte dalla periferia, con il coinvolgimento di un incredibile armamentario di mediatori, rilasciati, in special modo, dai mastociti dermici e capaci di attivare le terminazioni nervose periferiche; prosegue lungo le radici dorsali del midollo spinale; e, alla fine, si proietta su specifiche aree cerebrali, da cui, poi, parte la caratteristica risposta di “grattamento”. “Per anni considerato un dolore a bassa intensità – scrivono Paus e i co-autori della review – oggi si sa che il prurito viene trasmesso da sistemi sensoriali specifici, differenti dalle vie più propriamente nocicettive. In pratica, vere e proprie “fibre del prurito”, attivate da sostanze di provenienza mastocitaria (es. istamina, triptasi, NGF) ed afferenti a zone del cervello primariamente deputate alla decodifica della sensazione pruritogena.”
E le terapie? Paus dà un colpo di spugna al tradizionale approccio al prurito, fatto di sintomatici ed antinfiammatori, e punta il dito, convinto e ben documentato, su quei sistemi che l’organismo possiede naturalmente per limitare eccessive risposte infiammatorie, nocicettive e pruritogene. Paus parla, cioè, di endocannabinoidi ed endovanilloidi: sistemi assai articolati che, interagendo tra loro, regolano endogenamente le complesse vie dell’infiammazione, del dolore e del prurito.
E la Medicina Veterinaria ha già sperimentato l’efficacia di molecole equivalenti agli endocannabinoidi naturalmente prodotti dall’organismo; quelle molecole a meccanismo ALIA (aliamidi), i cui effetti antipruritogeni si sono già riscontrati nelle dermatopatie su base allergica, sia del cane che del gatto.