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Swedencare

Psicogeriatria di base

Con la serata di venerdì 24 febbraio 2006, presso la Sala Conferenze della “Nuova Veterinaria” di Carmignano di Brenta (Padova), è iniziato il tour di aggiornamento scientifico, organizzato da Innovet, sulla gestione di base dell’invecchiamento cerebrale nel cane. Il relatore – il noto comportamentalista Raimondo Colangeli - è stato seguito con estremo interesse da tutti i partecipanti, desiderosi di apprendere dalle parole dell’esperto la gestione di un paziente – il cane anziano – che, seppur fragile e da maneggiare con cura, è sempre più numeroso e portatore di bisogni sanitari specifici.
Psicogeriatria di base

Perché il cane anziano è cliente “naturale” del medico veterinario generalista più che del comportamentalista? È in questa domanda che si può riassumere il senso della serata che Raimondo Colangeli – consigliere SISCA (Società Italiana di Scienze Comportamentali Applicate) dal 1999 e diplomato comportamentalista all’Ecole Nationale Vétérinaire francese – ha dedicato al paziente anziano. “Un paziente – ha affermato – potenziale portatore di un ampio ventaglio di disturbi organici, che possono far emergere problemi apparentemente comportamentali, ma in realtà legati ad una sommatoria di situazioni di disagio e di malattia che il generalista deve saper tempestivamente identificare ed altrettanto opportunamente trattare.” Il relatore si è poi soffermato sulla caratterizzazione di quelle diagnosi comportamentali – distimia, iperaggressività, sindrome confusionale e depressione da involuzione – tipiche della tarda età. “Tra queste, sicuramente la più frequente è la sindrome confusionale, anche conosciuta come disfunzione cognitiva del cane anziano…Per tutte, comunque, vale, da parte del generalista, il tempestivo riconoscimento di quei segni clinici, considerati spia di una sottostante neurodegenerazione patologica senile…Ed è con questo obiettivo che, assieme ad altri comportamentalisti italiani, abbiamo messo a punto un questionario facilmente somministrabile che, basandosi su cinque categorie comportamentali (disorientamento, alterate interazioni sociali, disturbi del ciclo sonno/veglia, alterata attività generale, scorrette abitudini eliminatorie), fosse in grado di identificare, in maniera precoce ed affidabile, i possibili segni clinici di invecchiamento cerebrale patologico.” E il trattamento? Oltre a sottolineare l’importanza di tutte quelle strategie educative volte a sensibilizzare il proprietario nei confronti delle precipue necessità del cane che invecchia, Colangeli si è soffermato su quelle terapie – farmacologiche, comportamentali e nutraceutiche – da attuare in sapiente combinazione per controllare e, ove possibile, prevenire le patologie comportamentali età-correlate. Relativamente ai nutraceutici per l’invecchiamento cerebrale, il relatore ha presentato i risultati dello studio clinico multicentrico condotto in aperto con Senilife®, somministrato per 90 giorni (2 cps/die/10 Kg p.c.) a 45 cani di età superiore ai 7 anni, esenti da malattie organiche e portatori di segni clinici di invecchiamento cerebrale ascritti alle succitate cinque categorie comportamentali. “Il 66% dei trentadue pazienti che avevano completato lo studio – ha spiegato Colangeli – rientrava nel gruppo dei “rispondenti”, dei soggetti, cioè, che avevano presentato più del 50% dei loro segni comportamentali migliorati…”.