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Recettori per i vanilloidi anche nell’epitelio

“Veterinary Research Communications” pubblica - in un supplemento speciale dedicato al convegno SISVET (Società Italiana di Scienze Veterinarie), tenutosi a Viareggio dal 21 al 24 settembre 2005 – i risultati delle ricerche del gruppo di Farmacologia e Tossicologia della Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino, che hanno condotto all’identificazione del “recettore per i vanilloidi” (VR-1 o TRPV-1) in colture di cellule epiteliali. Ricerche davvero importanti, che vanno ad integrare quelle che hanno permesso l’isolamento di questo recettore anche sui cheratinociti di cute e mucose di cane.
Recettori per i vanilloidi anche nell’epitelio

“ALIA in Medicina Veterinaria” è il titolo del progetto di ricerca, nato dalla cooperazione di Innovet con la sezione di Farmacologia e Tossicologia del Dipartimento di Patologia Animale della Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino. Un progetto volto a verificare, anche nell’animale d’affezione, l’esistenza di sistemi endogeni – endocannabinoidi ed endovanilloidi – naturalmente implicati nell’autoregolazione dei processi infiammatori, pruritogeni e/o algogeni, e che, oggi, comincia a dare i suoi copiosi frutti.
Lo testimonia la pubblicazione di “Veterinary Research Communications”, con cui il gruppo di ricercatori torinesi rende pubblica la scoperta dell’identificazione dei recettori per gli “endovanilloidi” su colture di cellule epiteliali (MCF-7), derivate da carcinoma mammario umano e già indagate relativamente alla presenza di recettori per gli “endocannabinoidi”.
“La messa a punto della metodica di “binding” per l’individuazione del VR-1 – si legge nell’articolo – e la sua presenza sulle cellule epiteliali in coltura sono sicuramente il primo passo per l’identificazione di tali strutture negli epiteli di specie di interesse veterinario, nonché per lo studio dei meccanismi con cui molecole ALIA ad effetto cannabimimetico [NdR il Palmidrol, per intenderci] possono interagire con tali recettori, esercitando effetti antinfiammatori, antipruritogeni ed antalgici.”
Ed il secondo, importante passo di questo progetto di ricerca c’è già. È recente, infatti, la comunicazione del farmacologo Giovanni Re al 53° congresso nazionale SCIVAC (Rimini, 19-21 maggio 2006), che spiegava nel dettaglio la scoperta del recettore per i vanilloidi sui cheratinociti di cute e mucose di cane.
Dati, nel loro insieme, assai interessanti che indubbiamente contribuiscono a caratterizzare, anche nel cane, quei sistemi protettivi naturali che si attivano in situazioni di danno e che tra loro intimamente cooperano al fine di limitare l’eccessiva propagazione della risposta infiammatoria ed algica. Ma non è tutto. Sono veramente di vasta portata le ricadute applicative di queste ricerche. Basti pensare che gli analoghi sintetici degli endocannabinoidi, le aliamidi per intenderci, esercitano il controllo di flogosi, prurito e dolore interagendo anche con i recettori degli endovanilloidi che, oggi, grazie a queste ricerche, sono stati espressamente identificati anche nel cane.