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Artrosi nel gatto: il problema esiste

I gatti non soffrono di artrosi. È vero? No, risponde David Bennett dallo WSAVA 2008.
Artrosi nel gatto: il problema esiste

Sono le cifre a dirlo. La maggior parte dei 20 milioni di gatti senior che vivono oggi in Europa (pari al 30% della popolazione felina complessiva) soffre di artrosi. Un’artrosi più subdola di quella del cane: che solo raramente si manifesta attraverso la zoppia; ma che, quasi di norma, è la causa di pesanti disordini comportamentali, dal ridotto livello di attività generale dell’animale, alla sua diminuita capacità di saltare, fino all’acquisizione di scorrette abitudini eliminatorie o di atteggiamenti esageratamente aggressivi nei confronti del proprietario o dei suoi simili.
Al congresso WSAVA 2008 (Dublino, 20-24 agosto) il noto ortopedico David Bennett ha tracciato le caratteristiche fondamentali di quello che sta emergendo come un vero e proprio problema clinico anche nel gatto.
Il profilo? L’artrosi interessa prevalentemente il felino domestico a pelo corto, in età piuttosto avanzata (età media: 11 anni); è più spesso primaria, su base idiopatica, piuttosto che secondaria; se secondaria, è frequentemente la conseguenza di eventi traumatici, come lussazioni o fratture; colpisce in particolare gomito e anca; si manifesta soprattutto a livello radiologico, con la comparsa di osteofiti e mineralizzazione dei tessuti molli.
E la diagnosi? Vietato pensare di potersi affidare a sintomi eclatanti, perché il gatto è maestro nel nascondere il proprio disagio personale: compensa la zoppia e raramente manifesta il dolore.
È il proprietario – spiega Bennett – la chiave diagnostica nel caso dell’artrosi felina. A patto, però, di stimolarlo, con appositi questionari, a darci le risposte più illuminanti sul comportamento del gatto, sul suo stile di vita ed il suo grado di mobilità. Solo così, potranno aumentare le chance di identificare i soggetti portatori di dolore cronico da artrosi.
E la cura? Interventi dietetici e di arricchimento ambientale possono combinarsi con misure fisioterapiche, nutraceutiche ed antiossidanti. Il tutto, tenendo ovviamente conto anche della necessità di controllare il dolore, specie se cronico: utilizzando antinfiammatori/analgesici sicuri per il gatto, specie se anziano, e comunque per il tempo strettamente necessario ad ottenerne la scomparsa o la riduzione di gravità.