Facebook Linkedin Instagram
A member of the Swedencare family
Swedencare

Epidemiologia delle malattia parodontale

Gengivite e periodontite hanno un’elevata prevalenza nel cane a partire dai 2 anni di età. Lo spiega “Journal of Small Animal Practice”.
Epidemiologia delle malattia parodontale

“La malattia parodontale rappresenta un problema clinico rilevante nel cane, per le ripercussioni sia locali (alitosi, ascessi dentari, mobilità e perdita dei denti), sia sistemiche, con il possibile coinvolgimento di organi come rene, miocardio e fegato.”
Inizia così l’articolo di un gruppo di clinici veterinari dell’Università di Copenaghen, che ha indagato la prevalenza di gengivite e periodontite in un campione di 98 cani Beagle stabulati presso i centri di ricerca dell’università, ed aventi un’età compresa tra 1 e 6 anni.
In tutti gli animali indagati, è stata rilevata gengivite, con la presenza di placca, tartaro e sanguinamento dopo stimolazione con sonda parodontale (BOP, bleeding on probing).
Per contro, la prevalenza di CAL (clinical attachment loss) – vale a dire la graduale perdita di attacco del dente, parametro comunemente utilizzato per valutare l’evoluzione della gengivite in periodontite – aumentava dal 20% (rilevato nei cani di 1 anno di età) all’84% (riscontrato negli animali con più di 3 anni. Così come la prevalenza di tasche parodontali > 4 mm aumentava dal 44% all’81% man mano che saliva l’età dei Beagle.
I ricercatori identificavano anche gli elementi dentari più esposti alla malattia parodontale. I premolari mascellari P2, P3 e P4 erano particolarmente suscettibili alla perdita di attacco alla giunzione cemento-smalto; mentre i canini erano la sede preferenziale delle tasche parodontali.
Risultati, dunque, che permettono agli autori di concludere che la malattia parodontale ha una spiccata importanza clinica: compare come gengivite nei cani giovani e, specie se non opportunamente controllata, con l’avanzare dell’età evolve in franca periodontite.