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Labrador a rischio artrosi

Uno studio americano rivela una sorprendente prevalenza di artrosi della spalla nel Labrador Retriever, a partire dai sei anni di età. Scarsi gli effetti della restrizione dietetica.
Labrador a rischio artrosi

“Veterinary Surgery” pubblica uno studio longitudinale di coorte condotto dagli ortopedici dell’UPenn (Università della Pennsylvania, Philadelphia) su 48 Labrador Retriever, indagati radiograficamente a partire dai sei anni di età, al fine di evidenziare la presenza di artrosi a carico della spalla, e valutare la possibile influenza di regimi dietetici controllati.
Il risultato che più colpisce dello studio è l’alta prevalenza di artrosi radiografica. Il 78% dei cani indagati presentava, infatti, alterazioni (es. sclerosi subcondrale, osteofitosi della testa omerale) ascrivibili ad artrosi, con una percentuale che aumentava progressivamente a partire dai 6-8 anni di età degli animali. Inoltre, la restrizione dietetica, cui alcuni dei cani inclusi nello studio venivano sottoposti per tutta la durata della loro vita, solo leggermente era in grado di ridurre queste percentuali.
Altro dato interessante è emerso dall’indagine istopatologica delle articolazioni. Il 91% dei cani dello studio presentava, alla fine della loro vita, alterazioni artrosiche: dall’erosione della cartilagine della testa omerale, all’ispessimento della capsula articolare, alla presenza di formazioni osteofitiche visibili. A significare che l’indagine radiografica è in grado di evidenziare solo la punta dell’iceberg dell’artrosi che, nella razza Labrador, può colpire la spalla. E a significare anche che il controllo dietetico, da solo, poco o nulla può contro la progressione artrosica avviata dalle diverse condizioni ortopediche che interessano l’articolazione scapolo-omerale.
Vale ancora una volta ribadire che per l’artrosi la strada da imboccare è unica. Ed è quella di un approccio di combinazione in cui, accanto alla risoluzione (magari chirurgica) della causa primaria, si contrastino contemporaneamente meccanismi e sintomi grazie a diversi presidi conservativi: dieta, controllo dell’esercizio fisico, fisioterapia riabilitativa, sintomatici al bisogno, condroprotettori ed antiossidanti.