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Comportamento: un gioco di squadra

Una collaborazione a 360° tra specialista, medico di base, personale tecnico-infermieristico e proprietario è la chiave per prevenire e curare i problemi comportamentali. Lo afferma Gary Landsberg.
Comportamento: un gioco di squadra

A 25 anni di distanza dal primo fascicolo dedicato al comportamento, “Veterinary Clinics of North America, Small Animal Practice” dedica il numero monografico di settembre 2008 alle “Applicazioni pratiche e nuove prospettive in Medicina Comportamentale”. 12 articoli firmati da specialisti internazionali del settore, che spaziano dalla diagnosi delle più frequenti alterazioni comportamentali, ai problemi di ansia, iperaggressività e fobia di cani e gatti, alle tecniche più idonee per introdurre un cucciolo in famiglia, e prevenirne futuri problemi di comportamento.
Il comportamentalista canadese Gary Landsberg cura, assieme a Debra Horwitz, l’intero numero monotematico e, oltre a firmarne la prefazione, è autore di un articolo di taglio molto applicativo, che detta le linee guida per gestire i problemi comportamentali nella pratica ambulatoriale di tutti i giorni.
Il veterinario generalista, sostiene Landsberg, ha un ruolo critico nella prevenzione e nel trattamento di tutti i problemi comportamentali, che possono affliggere i cuccioli come i cani ed i gatti anziani. Primo passo è sicuramente quello di saper educare il proprietario a riconoscere, e a segnalare altrettanto tempestivamente, le prime avvisaglie di comportamenti anomali; capire, in altre parole, quei “campanelli d’allarme” di cui può essere testimone diretto solo chi vive giornalmente a stretto contatto con il pet.
Altra regola fondamentale di “practice management” è la piena collaborazione tra tutte le figure professionali impegnate nella diagnosi e nella cura dei disordini comportamentali. Condizione fondamentale per eseguire quei protocolli clinici integrati, necessari ad individuare le cause del problema; ed ancor più per attuare quelle strategie comportamentali combinate, adattate al paziente ed alla diagnosi di cui è portatore.