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Gatti nell’ombra

I gatti sono meno curati dei cani. Ma i rimedi ci sono per bloccare questa allarmante tendenza. Ne parla sul web la rubrica “Firstline”.
Gatti nell’ombra

I gatti di proprietà sono tanti, più dei cani. Per portare qualche cifra, negli Stati Uniti sono ben 10 milioni in più dei 72 milioni di cani. E, in Italia, i cani si aggirano intorno ai 6 milioni, mentre i gatti sono più di 8 milioni. Eppure, non c’è alcun dubbio che i gatti usufruiscano assai meno dei cani di adeguate cure sanitarie. Tant’è che l’AVMA (American Veterinary Medical Association) ha di recente diffuso via web il dato che i gatti rappresentano solo il 33% della clientela annuale dei veterinari americani, e che il 36% dei gatti di casa non varca mai la soglia di un ambulatorio veterinario nell’arco di un anno.
Dati allarmanti, dunque, di cui “Firstline”, un periodico elettronico molto noto di informazione veterinaria, indaga le ragioni e cerca i rimedi. Il gatto, si legge nell’articolo, paga lo scotto di molti luoghi comuni che hanno sempre alimentato la convinzione che le cure necessarie per mantenere le sue proverbiali “nove vite” siano assolutamente limitate: l’indole indipendente ed asociale, che gli permette di “badare a sé stesso” e di stringere con il proprietario un legame meno stretto rispetto al cane; la limitata necessità di una medicina preventiva, specie per i gatti tenuti “indoor”; la credenza che i felini non soffrano di malattie, come la filariasi, che invece colpiscono a tappeto il cane; l’interpretazione di molti sintomi (es. eliminazione inappropriata) come spie del temperamento “dispettoso” del gatto, piuttosto che di veri e propri segni di malattia.
Ma i rimedi per interrompere questo trend di scarsa cura per il gatto ci sono. A partire, sottolinea l’Editor di “Firstline”, dall’educazione dei proprietari. Informarli dell’importanza di una medicina preventiva, fatta non solo di interventi per il controllo delle malattie trasmissibili, ma anche di misure volte a diminuire il rischio di potenziali malattie (es. artrosi, malattie del cavo orale) che interessano molto frequentemente i piccoli felini delle nostre case. Aumentare l’attenzione dei proprietari verso quelle modifiche del comportamento o dello stile di vita che il gatto usa per segnalare il suo stato di malattia. Sviluppare, insomma, sia da parte del medico veterinario che del proprietario, quella che Firtsline definisce una corretta “gattitudine”: la conoscenza, cioè, delle esigenze specie-specifiche del gatto, presupposto essenziale per garantirne salute e benessere a 360°.

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http://veterinaryteam.dvm360.com/firstline/Veterinary+team/G…