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Disfunzione cognitiva allo BSAVA 2010

Meccanismi e rimedi per la disfunzione cognitiva del cane anziano sono stati ampiamente discussi nella sessione di “Geriatria” dell’annuale congresso dei veterinari britannici.
Disfunzione cognitiva allo BSAVA 2010

Al meeting annuale della BSAVA (British Small Animal Veterinary Association, Birmingham, 8-11 aprile 2010), Holger Volk del Royal Veterinary College ha parlato di “cervello che invecchia”. Ne ha parlato innanzitutto dal punto di vista clinico, definendo la neurodegenerazione come il maggior fattore di rischio per quella “disfunzione cognitiva” che, sia nel cane che nel gatto, si accompagna ad un corteo di segni clinici, comportamentali, emozionali e cognitivi, a volte di difficile individuazione: disorientamento, perdita dei comportamenti appresi, alterazioni dei ritmi sonno/veglia, modifiche nelle abitudini eliminatorie e nelle interazioni sociali ed ambientali.
Volk è passato poi a considerare le modifiche strutturali che la neurodegenerazione determina nel cervello dell’animale anziano: dalle alterazioni macroscopiche, come l’aumento dei volumi ventricolari e la perdita di parenchima cerebrale, alle involuzioni tipiche della senescenza patologica, come la deposizione di proteina amiloide, la perdita di neuroni e la degenerazione della sostanza bianca.
A seguire, sono stati discussi i meccanismi specifici della neurodegenerazione senile, stress ossidativo in primis. Il cervello, ha precisato Volk, è uno dei tessuti a più elevato ritmo respiratorio. Per questo, è altamente esposto a rischi di natura ossidativa, destinati ad aumentare con l’età.
Infine, Volk si è concentrato sulla “strategia multimodale”: approccio chiave alla disfunzione cognitiva del cane e del gatto, basato sul complesso di misure farmacologiche, nutraceutiche ed ambientali, mirate a contrastare simultaneamente i molteplici meccanismi della neurodegenerazione senile. Qualche sostanza specifica? Fosfatidilserina, ad esempio, adatta a migliorare la comunicazione tra neuroni e, dunque, a facilitare tutti quei processi, cognitivi e mnemonici, che da questa dipendono. Ma anche Ginkgo Biloba, la cui attività neuroprotettiva, sinergica a quella della fosfatidilserina, si espleta attraverso il riequilibrio dei sistemi neurotrasmettitoriali, piuttosto che sul supporto metabolico ed antiossidante.