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Tartaro: prima diagnosi

Il tartaro dei denti è la diagnosi più frequente nei cani e nei gatti, sia adulti che anziani. È la conclusione di una ricerca di mercato americana, pubblicata su “Veterinary Economics”.
Tartaro: prima diagnosi

La BARK (Banfield Applied Research and Knowledge) è una delle più efficienti società americane che si occupano di ricerche di mercato nel settore della Medicina Veterinaria. L’ultima di queste indagini aveva come obiettivo quello di valutare la “top ten” delle diagnosi veterinarie effettuate nel 2009 su un campione di 1.700.000 cani e 375.000 gatti, suddivisi in quattro gruppi di età: giovani (fino ad un anno di età); adulti giovani (da 1 a 3 anni); adulti maturi (da 3 a 10 anni); e geriatrici (da 10 a 25 anni).
A parte che nei soggetti giovani, il tartaro che si deposita sui denti si rivelava la prima tra le dieci diagnosi veterinarie emerse dalla ricerca. Nel cane, in particolare, la frequenza di tale diagnosi oscillava tra il 56% ed il 70%, con un picco massimo di morbosità tra i tre ed i dieci anni. Nel gatto, il tartaro aveva una frequenza compresa tra il 41% ed il 58% ed anche per i gatti la percentuale più elevata si riscontrava tra i tre ed i dieci anni.
Le statistiche BARK, ci tiene a sottolineare la rivista di practice management “Veterinary Economics”, danno chiare indicazioni che molto rimane ancora da fare in tema di educazione ed informazione del proprietario sull’igiene e la cura del cavo orale del piccolo animale.
La presenza di placca e di tartaro (che della placca rappresenta la forma mineralizzata) è, infatti, la spia inequivocabile di un’attenzione ancora scarsa nei confronti di tutte quelle misure necessarie a garantire la salute del cavo orale del cane e del gatto: dalla periodica detartrasi e lucidatura dei denti, alle quotidiane cure domiciliari, fatte di spazzolatura dei denti, utilizzo di supplementi anti-tartaro ed anti-alitosi, e controllo alimentare. Il vantaggio si sa: è quello di preservare il nostro amico a quattro zampe da tutte quelle malattie del cavo orale (gengiviti, stomatiti, parodontiti) che iniziano proprio da una diagnosi di “placca e tartaro” e che, se trascurate, hanno temibili conseguenze, locali e sistemiche.