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Nuovi pet, nuove allergie

Gli animali da compagnia cosiddetti non convenzionali sono potenziali fonti di reazioni allergiche nell’uomo. Sotto la lente dei clinici tre casi di “asma da criceto”.
Nuovi pet, nuove allergie

Gli animali da compagnia, definiti esotici o non convenzionali, sono ormai una realtà molto diffusa, anche in Italia. Secondo i dati Eurispes, il coniglio è infatti il terzo animale da compagnia presente nelle case degli italiani, seguito da tartarughe d’acqua dolce, iguane, pappagalli, serpenti, e roditori, primi tra tutti criceti di vari tipi, dai siriani dorati (foto), alle razze nane provenienti dalla Cina e dalla Siberia.
Ebbene, oggi abbiamo le prove cliniche che anche i criceti possono indurre una risposta allergica, legata al potenziale antigenico sia del mantello che del loro morso.
Esempi emblematici sono ora riportati dalla rivista “Allergologia et Immunopathologia”, che descrive i casi clinici di tre donne tra i 18 e 40 anni, che manifestavano una progressiva e ingravescente asma bronchiale cronica a poca distanza dall’acquisto del criceto.
Molte le sostanze allergizzanti chiamate in causa: antigeni epiteliali ed urinari, ma anche allergeni molecolari (le lipocaline), proteine a basso peso molecolare implicate in un ampio contesto di fenomeni biologici quali l’escrezione di ferormoni ed il trasporto di vitamine ed ormoni, e dotate di un’importante rilevanza allergologica.
Il suggerimento che possiamo trarre da queste “nuove allergie” è sicuramente lo stimolo ad occuparci della salute dei “nuovi pet” in modo informato e responsabile. Capirne cioè le esigenze specifiche, garantendo loro sia un buono stato di salute sia un ambiente di vita compatibile con il profilo etologico. In questa gestione ragionata, pare sicuramente rientrare anche la valutazione da parte del proprietario di una personale storia di allergia, magari suscettibile di peggiorare in modo significativo in seguito al contatto ravvicinato con questi “topi d’appartamento”.