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Il tecnico veterinario e l’artrosi del gatto

Dai 6 anni di età l’artrosi è frequente anche nel gatto. Uno dei compiti del tecnico veterinario è quello di insegnare al proprietario a riconoscerne anzitempo i segni.
Il tecnico veterinario e l’artrosi del gatto

Quello che il gatto non soffre di artrosi è ormai un luogo comune, sfatato soprattutto dagli elevati tassi di prevalenza radiografica di degenerazione articolare, riscontrati, specie nei felini anziani, nei numerosi studi epidemiologici pubblicati.
“Veterinary Technician”, rivista ufficiale dei tecnici veterinari americani, ritiene dunque utile fare il punto della situazione sull’artrosi felina. Dopo un’introduzione dedicata a rimarcare la corposità epidemiologica della popolazione affetta, la rivista si concentra sulle ragioni che a tutt’oggi fanno dell’artrosi del gatto una delle condizioni patologiche maggiormente sottodiagnosicate in ortopedia veterinaria. La presentazione clinica, innanzitutto. Per motivi fisici e comportamentali, si legge, il modello clinico prevalente di artrosi del cane, vale a dire la zoppia, non si può applicare al gatto. Raramente i felini, più agili e snelli dei cani, manifestano anomalie di andatura. L’artrosi poi è molto spesso bilaterale e la naturale ritrosia del gatto a dimostrare apertamente la sofferenza fa sì che gli indicatori più attendibili di sofferenza articolare siano essenzialmente di natura comportamentale: alterazioni nelle abitudini eliminatorie e di riposo, variazioni del comportamento alimentare e delle interazioni con il proprietario, diminuita attitudine al gioco, al salto e alla pulizia personale. Tutti segni che il proprietario può anche sottovalutare, interpretandoli come manifestazioni della volubilità caratteriale del gatto o di un fisiologico invecchiamento, piuttosto che segni indiretti di disagio articolare.
Il team di veterinari e tecnici veterinari gioca un ruolo essenziale nella diagnosi precoce di artrosi felina. Il tecnico, in particolare, è la figura professionale prescelta per raccogliere una dettagliata storia clinica, ponendo al proprietario le domande “giuste” per far emergere eventuali sofferenze da artrosi e degenerazione articolare. E sarà altresì una pedina fondamentale nei percorsi di educazione e informazione, al termine dei quali i proprietari saranno in grado di porre attenzione all’apatia, all’aspetto “trasandato” del loro gatto o al cambiamento delle sue consuete abitudini di vita, considerando questi aspetti non più come inequivocabili segni del passare del tempo, quanto piuttosto come veri e propri campanelli d’allarme di una sottostante artrosi.