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Occhio rosso: un nome per tante malattie

L’arrossamento oculare (occhio rosso) è il segno comune a tante malattie di frequente riscontro nella pratica veterinaria di base: dalle congiuntiviti, alle uveiti, al glaucoma, alle ulcere corneali.
Occhio rosso: un nome per tante malattie

Per cani e gatti, avere gli “occhi rossi” significa tante cose. Può voler dire una sofferenza di cornea e congiuntiva di natura allergica o infettiva. Può essere il segno di congestioni vasali provocate da traumi o secondari a disordini sistemici. Può ancora rappresentare il coinvolgimento della rete vascolare più profonda, in conseguenza di scleriti, episcleriti, uveiti e glaucoma. Può infine accompagnare situazioni di secchezza conseguenti ad infiammazioni della superficie oculare (cheratocongiuntiviti), o condizioni di neovascolarizzazione della cornea più o meno tendenti ad ulcerazioni superficiali e profonde. Una situazione, dunque, molto complessa dal punto di vista clinico, tant’è che una delle maggiori sfide nell’Oftalmologia dei piccoli animali è proprio quella di riuscire a districarsi in un difficile percorso diagnostico differenziale tra le varie oculopatie, perlopiù impostato sulla capacità di osservazione e la conoscenza della semeiotica clinica.
“Today’s Veterinary Practice”, rivista americana dedicata al veterinario di base, ci offre un aiuto spiegandoci l’iter di approccio all’occhio rosso del cane. Si parte dall’attenta valutazione del tipo di congestione vasale, delle eventuali ulcerazioni che la accompagnano e della concomitante presenza di segni clinici (es. prurito, dolore, scolo oculare). Per poi affidarsi a procedure diagnostiche (test di Schirmer, colorazione alla fluoresceina, tonometria) finalizzate a distinguere in maniera definitiva diverse entità cliniche come la congiuntivite, la cheratocongiuntivite secca, più o meno accompagnata da ulcerazioni corneali, l’uveite e il glaucoma.
Alla fine, il risultato finale è un algoritmo diagnostico ad albero, da seguire scrupolosamente con l’obiettivo di formulare una diagnosi il più tempestiva possibile e, di conseguenza, impostare un trattamento mirato, precoce e con le più alte probabilità di successo.

Laminack Barfield E, Myrna K, Moore PA. Clinical approach to the canine red eye. Today’s Veterinary Practice May/June 2013; 12-18; 40,41
Leggi l’articolo completo in http://todaysveterinarypractice.epubxp.com/i/133843/41