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A member of the Swedencare family
Swedencare

Un cane aggressivo non sempre è un cane “cattivo”

Un cane aggressivo non sempre è un cane “cattivo”

Kira, una stupenda Rottweiler di 6 anni, dal pelo nero corvino e le focature marrone-rossiccio sul muso, è lì davanti a me sdraiata ai piedi del proprietario, un uomo di mezza età, tutto d’un pezzo, spalle larghe, braccia nodose come una quercia, dai tratti decisi nel viso e nei gesti; era stato in gioventù un giocatore di rugby, una prima linea, di quelle toste. Fui rapito dalla simbiosi dei due e da come la crudezza del proprietario si trasformò in una profonda dolcezza, mentre mi parlava di Kira. Mi fece venire in mente la tenerezza con cui la deforme figura della Bestia si rivolgeva a Belle, la sua amata, nella fiaba di Jeanne-Marie Leprince de Beaumont. Kira era cresciuta in famiglia fin da quando aveva due mesi, come una sorella e compagna di giochi per i suoi due figli, Marco d’otto anni e Valeria di dieci, sotto la guida attenta ed amorevole dei genitori. “Quello che è successo tre settimane fa non lo dimenticherò mai” mi disse, mentre titillava con le dita il pelo di Kira, “come tutte le prime volte di qualcosa che ti sorprende nella vita. Kira, mi ha ringhiato! Ha cercato di mordermi!”, accingendosi a raccontarmi l’accaduto per l’ennesima volta. Naturalmente non feci nulla per evitarlo, mi rendevo conto della funzione catartica del suo racconto e che così avrebbe potuto esorcizzare le paure residue; in questo modo avrei potuto aiutare anche lui, limitandomi a prestare attenzione nell’ascoltarlo. “Come ogni domenica la stavo spazzolando, ovviamente con la spazzola morbida, quella con le setole, non quella con i denti metallici, per carità!” esclamò, come a volere anticipare una mia eventuale critica “nella frazione di un secondo” continuò a raccontare, agitandosi sulla sedia, come se stesse rivivendo il fatto “è avvenuta la spaventosa metamorfosi: mi si è rivolta fulminea con gli occhi enormi spalancati e le pupille dilatate in due buchi neri, col muso arricciato in mille pieghe, i muscoli della bocca contratti che mostravano i suoi denti minacciosi e un breve ringhio sordo che le saliva dalla gola, mentre con un guizzo faceva schioccare le mascelle ad un centimetro dal mio avambraccio”. “Dottore, le posso assicurare che non era più la mia Kira.” “Ho lasciato cadere la spazzola, mentre una sensazione di vuoto mi ha assalito da dentro paralizzandomi e serrandomi la gola.”. Non mi restava da fare altro che dare una spiegazione di quell’episodio, affinché potesse accettarlo. “Beh! Anch’io al suo posto mi sarei paralizzato dalla paura.”. Pronunciai, accennando ad un sorriso e sporgendomi lievemente col busto sulla scrivania. “Tuttavia, il fatto che Kira non avesse mai presentato questo tipo di reazione e il carattere transitorio e isolato della manifestazione, mi hanno fatto pensare subito ad una patologia organica, piuttosto che ad un problema comportamentale.”. “Come sa” continuai “l’esito della visita, degli esami del sangue e delle radiografie hanno confermato il mio sospetto e portato ad una diagnosi di artrosi moderata dell’articolazione coxo-femorale.”. “Kira ha manifestato un comportamento d’aggressione per irritazione, così violento, brusco ed improvviso perché ha sentito dolore, un dolore acuto e intenso, quando è passato con la spazzola sulla groppa, più o meno in corrispondenza della zona dell’articolazione colpita dall’artrosi.”. “In effetti, avevo notato” m’interruppe il proprietario “che nei giorni precedenti l’aggressione, Kira stentava ad alzarsi, specialmente la mattina, ed una volta anzi arrancò prima di salire in macchina, invece di fare il solito balzo, ma siccome non l’aveva più fatto, non avevo dato eccessiva importanza alla cosa” “Oggi possiamo dire che quello che è successo è un brutto ricordo. La dieta sta funzionando, Kira ha perso mezzo chilo, e questo è importante per ridurre il carico sulle articolazioni, continuiamo con l’esercizio fisico moderato per recuperare il tono muscolare e specialmente, mi raccomando di mantenere il trattamento col Condrostress alla dose di due compresse al giorno per cicli di  tre mesi, intervallati da due mesi di sospensione. La sua funzione è importante per riparare la cartilagine danneggiata e per contrastare l’infiammazione ed il dolore articolare.” Quando ci salutammo avviluppò la mia mano nella sua; mentre Kira, tornata alla sua solita agilità, era già in piedi dietro la porta dell’ambulatorio, pronta ad uscire.
Messina, 28 ottobre 2013 Gaspare Petrantoni, Medico Veterinario, Libero Professionista Messina http://www.clinicaveterinariamessina.it/cv/cv_petrantoni.pdf