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NOVITÀ NEL TRATTAMENTO DELLA DERMATITE ATOPICA DEL CANE

A Rimini si è parlato di novità terapeutiche per la dermatite atopica del cane. Occhi puntati sulla PEA (Palmitoiletanolamide) e sullo studio multicentrico italiano che ne dimostra l’efficacia.
NOVITÀ NEL TRATTAMENTO DELLA DERMATITE ATOPICA DEL CANE

Con l’obiettivo di fornire una visione il più aggiornata possibile del panorama terapeutico oggi disponibile per la dermatite atopica del cane, la nota dermatologa Chiara Noli ha iniziato la sua relazione al congresso di Rimini spiegando al folto pubblico di partecipanti i molti meccanismi responsabili dell’innesco e della cronicizzazione dello stato atopico e dei sintomi (prurito) che lo caratterizzano. Presupposti patogenetici fondamentali di cui la Noli si è servita per descrivere le ultime novità in merito a terapie specificatamente concentrate sul controllo di quel “circolo vizioso” di recettori e mediatori che sostengono e aggravano il prurito cronico di natura allergica.
Dopo aver brevemente citato l’immunoterapia, sia sublinguale che intra-linfonodale, la relatrice ha pertanto descritto le più recenti classi farmacologiche potenzialmente in grado di contrastare i meccanismi, sia periferici che centrali, del prurito: dai vari “TINIB”, sviluppati per inibire l’azione di enzimi notoriamente coinvolti nella genesi del prurito; agli antistaminici; a sostanze note per bloccare l’azione di neurotrasmettitori a livello centrale. Ampio risalto è stato dato alla PEA che, nella sua forma ultra-micronizzata (PEA-um), ha di recente ottenuto importanti evidenze di efficacia clinica. La Noli ha, infatti, dato alcune anticipazioni relative allo studio, condotto dai 39 veterinari italiani esperti di dermatologia e appartenenti allo “SkinAlia Clinical Research Group”, che presenterà in veste completa al prossimo europeo di dermatologia (Salisburgo, 11-13 settembre 2014). Nell’arco di 11 mesi, la task force italiana ha arruolato 160 cani con diagnosi di dermatite atopica non stagionale, e ha valutato, con scale scientificamente comprovate, l’effetto della somministrazione orale a lungo termine della PEA-um® sul prurito, sulle lesioni dermatologiche e sulla qualità della vita (QoL) di questi cani. I risultati ottenuti e l’ottima tollerabilità rilevata sono le ragioni che apriranno definitivamente la strada all’utilizzo su vasta scala della PEA-um® nel settore allergologico veterinario, e che confermano quanto già sappiamo dalla Ricerca d’avanguardia: la capacità, cioè, di questo biolipide endogeno afferente alla classe degli endocannabinoidi, di potenziare, quando somministrato per via esogena, i naturali meccanismi di regolazione dell’infiammazione e del prurito.

Noli C. Terapia della dermatite atopica nel cane: cosa c’è di nuovo? 83° congresso internazionale SCIVAC, Rimini, 29 maggio 2014